DAL VERDE CHIARO AL VERDE SCURO

 

 

Autore: Francesco Memoli

Anno 2012

Casa Editrice: Miele

 

 

Il nostro giudizio: BUONO

Recensione: Erika K. Biondi

 

 

TRAMA:

Daniele organizza un viaggio nell’estate del 2007: quattro amici, zaino in spalla, tenda...un tour attraverso le immense distese verdi dell’Irlanda, da Dublino a Galway, le isole Aran e le scogliere di Cliff of Moher per ritrovare se stesso, chiudere con il passato, dimenticare la quotidianità. Una piccola guida, un diario, un percorso che attraverso la pioggia lava via un asintomatico senso di oppressione.

Il dedalo emozionale di un giovane uomo che per una serie ininterrotta di eventi e coincidenze  (chiamiamola “sacra provvidenza”, “demone celeste”, “caso”) si ritrova a fare i conti con un disegno più grande di lui.

 

RECENSIONE:

Prima o poi nella vita arrivi ad un bivio e devi scegliere come proseguire chiedendoti come sarebbe andata se avessi preso un’altra direzione, ti trovi in una sorta di Sliding Doors e ti rendi conto che il fato tesse attorno a te una ragnatela invisibile e ti incanala verso un cambiamento. In letteratura spesso questo viene descritto attraverso il tema del viaggio usato come metafora dell’esistenza, i testi ne sono satolli anche se spesso il tutto avviene con una tale naturalezza da apparire volatile ai sensi. “Le conseguenze dell’Irlanda” è un viaggio; per i più disattenti: un piccolo diario che attraverso le peripezie di quattro amici ci porta in una full immersion nella terra delle fate e delle verdi colline; per i più romantici: una storia d’amore; per gli annoiati: una finestra aperta sul vento gelido del nord tra le infinite sfumature di verde che costellano la fantasia del lettore. Parlerò in prima persona esponendomi come poche volte faccio nelle mie recensioni perché a me questo testo ha ricordato tanto la “MIA” Irlanda riportandomi a quella dimensione di pace condita dall’odore di pioggia e di emozionalità che questo paese dona senza mezze misure.

“Non so se riuscirò a rendere l’idea, ma...siamo in pace. Dopo mesi di altalene emotive, di affanni, di discussioni, per la prima volta, respiriamo. Davvero non credo di essere un bravo scrittore in questo momento, perché vorrei far capire come su quella spiaggia il macigno che ci premeva il petto, che non ci faceva respirare in maniera profonda, come quel macigno sia andato in pezzi senza sforzo...Vorrei tanto far capire, e non so se ci riuscirò, cosa significa realizzare, a un certo punto, che il nostro spirito si è alleggerito. Che in qualche modo, su quella spiaggia, sembra esserci stata una tabula rasa delle nostre angosce. E di questo abbiamo preso coscienza piena. Il nostro risveglio è stato consapevole.”

Testo semplice e diretto, senza tanti orpelli che si riveste della schiettezza del protagonista, delle battute da camerata, del gergo quotidiano spiegato attraverso post-it, un percorso di condivisione dove l’amicizia assume uno spessore, le emozioni sgorgano con naturalezza mettendo a nudo l’io interiore e i rapporti interpersonali si investono di un’aura che va oltre la conoscenza superficiale: una piccola lezione di vita vera.

Cieli sconfinati in cui il blu della volta si fonde col mare e senza rendersene conto ci si ritrova con lo sguardo ubriaco dei toni infiniti del verde, dove sovente il sole fa capolino mentre vento e pioggia se la giocano, una terra tanto austera fatta di avversità naturali che, però dà vita a uno dei paesaggi più affascinanti e magnetici di sempre. Attraverso le pagine si avverte il brivido delle gelide acque del Mar d’Irlanda, l’odore di fango ed erba, i profumi della notte di Dublino tra fiumi di Guinnes perfette e impossibili Irish Coffe; il lettore vive, vede, soffre col protagonista che parte con l’intento di perdersi e invece ritrova un se stesso nuovo: “...a un certo punto uno deve, come dire...smontare il personaggio per forza”

 

CONSIDERAZIONI FINALI:

Mi è piaciuto, eccome se mi è piaciuto: mi è tornato il mal d’Irlanda!

Uno dei pochi libri che rileggerei per vedere cosa mi sono persa della storia, come a voler rivedere un quadro da un’altra angolazione per riemozionarmi, per rivivere con la memoria, per capire come potrebbe essere andata a finire tra Cristina e Daniele (e la curiosità resta ancora anche se ho profondamente aborrito quegli SMS fatti di abbreviazioni e simboli algebrici che decapitano la lingua italiana).

Testo semplice e diretto alla portata di chiunque da poter interpretare in base all’emozionalità che scaturisce dalle pagine, nel mio caso posso affermare che arrivata all’ultima riga ho sofferto la mancanza di un proseguo tanto è stato il trasporto. Scritto da un uomo con, talvolta la delicatezza di una donna: mix accattivante e letale nel senso buono del termine.

Sfido chiunque a non volersi fare un viaggio nel paese della Guinnes dopo questo piccolo cammeo di tenerezza: “forti dell’essere divenuti...complici”.

 

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