SILENZIO

 

 

Autore: Shusako Endo

Anno: 1966

Ed. Corbaccio

 

Il nostro giudizio: BUONO

Recensione: Erika K. Biondi

 

TRAMA:

1633: a Roma giunge notizia che padre Cristòvao Ferreira, che da anni si adopera incessantemente per diffondere il cristianesimo in Giappone, ha rinnegato la fede diventando apostata.

La Compagnia di Gesù decide di inviare Padre Sebastiao Rodrigues e il fratello Francisco Garrpe per indagare sull'accaduto e sulla condizione religiosa nel paese del Sol Levante.

Il viaggio si dimostra lungo e pieno di insidie, ma ciò non scoraggia i due gesuiti, animati dalla fede, dai profondi ideali religiosi, dall'entusiasmo della giovane età e della prova d'amore che li attende: purtroppo ciò che li aspetta è ben lontano da ogni immaginazione.

Storia di persecuzioni, di costrizione da parte delle autorità locali ad abbandonare il cristianesimo  calpestando i “fumie”, le immagini sacre: l'unica dottrina consentita è il buddismo e chiunque faccia resistenza viene torturato e ucciso dopo terribili agonie. La vita per chi non abiura diventa impossibile e presto padre Rodrigues deve fare i conti con la realtà, vivere di nascosto per poter far arrivare la parola del Signore, sentire sulla sua persona il calvario di Cristo, il tradimento e il divino “silenzio”.

RECENSIONE:

Recensione controversa questa e un pò' combattuta: da una parte uno stile delicato che parla di umana compassione e di fatti realmente accaduti, dall'altra rimbomba il Silenzio pressante che “TUONA” come un crescendo sonoro di man in mano che la vicenda si dipana e prende corpo.

Narrazione accattivante e intrigante in un susseguirsi di colpi di scena che tengono inchiodati al libro nonostante quello che arriva a noi sia la traduzione della traduzione, pertanto sicuramente qualcosa si è andato a perdere (l'opera originale è scritta in giapponese, poi tradotta in inglese ed arrivata a noi in italiano).

La vicenda si svolge in Giappone, nel periodo del dominio Tokugawa; il mare fa da sfondo alla prima parte del testo, un mare quasi sempre in tempesta, con onde irrequiete e violente in un sodalizio di toni plumbei del grigio e del blu accompagnati dalla notte, momento in cui si può fare messa di nascosto e si possono ricevere i sacramenti. I contadini sono gente semplice che vive del proprio lavoro nei campi e della fede, nell'immagine grottesca di un popolo che, pur di proteggere il proprio credo, si lascia torturare fino alla morte.  Padre Rodrigues osserva il martirio e lo vive indirettamente aspettando un segno dal cielo che non arriva, subisce il tradimento eppure non rinnega la fede, assiste alla tragedia umana, cerca il volto di Cristo e prega...eppure alla sua preghiera risponde solo il silenzio, fino all'incontro con Padre Ferreira che lo metterà di fronte alla dura realtà: “Ora lei compirà l'atto più doloroso d'amore che sia mai stato compiuto”.

Un'opera matura e profonda che sonda la psicologia umana e le dinamiche della fede: Endo è giapponese e cristiano, pertanto riporta un tema che egli stesso sente e parla di qualcosa che raramente è stato affrontato: le persecuzioni a danno dei cristiani in un paese che vive di manifestazioni della natura e in cui Dio, il Sole, risorge ogni mattina, in un concetto tanto lontano da quello occidentale.

Affrontiamo le tematiche della diversità culturale con l'oriente, in cui i padri si macchiano della colpa del voler cristianizzare attraverso una sorta di battaglia ideologica, un paese che vive di tradizioni profonde (gli stessi simboli religiosi divengono amuleti). Un libro monumentale e profondo di una raffinatezza estrema, non a caso Scorsese ne fa un film bellissimo dopo quasi 28 anni di attesa e di studio, con protagonisti meravigliosi, ma ancor prima con una fotografia e un ritmo degni di nota. Non recensisco il film perché credo che il volume sia ancora più avvincente, ma invito alla visione perché credo che il prodotto meriti.

 

CONSIDERAZIONI FINALI:

Vorrei passasse la percezione dell'attesa e del silenzio perché sono la colonna vertebrale del libro, con una cornice visiva e descrittiva meticolosa e delicata: viviamo il dramma del dover praticare di nascosto, della sofferenza umana e della fede, assistiamo alla grandezza culturale di un paese tanto lontano dall'occidente, in cui gli stessi persecutori passano quasi da “buoni” perché difendono le proprie tradizioni e non scadono mai, direttamente, nel cruento, pur attivando un meccanismo di sangue tanto sottile e intenso che in verità è una battaglia dell'uomo nella sua introspezione (negli stessi anni in Europa la sacra inquisizione bruciava le streghe e gli eretici quindi vorrei far passare il messaggio secondo cui tutti diventano carnefici e tutti vittime con sfondi diversi).

“Silenzio“ fa riflettere sull'assenza di Dio e sul suo non manifestarsi, quel silenzio che incombe e che lacera, ma che sembra non far capitolare Rodrigues e che diventa il vero protagonista indiscusso, un'assenza che delinea la presenza attraverso il tormento individuale. Un racconto filosofico che si barcamena nel rapporto tra l'uomo e Dio in un dualismo tra società tanto diverse: se per i padri gesuiti la religione è vissuta in modo introspettivo e singolo, per il popolo giapponese è un discorso di collettività.

Una lettura intensa che fa soffermare sul rapporto dell'uomo sul sovrannaturale: “Il prete posò il piede sul fumie. L'alba proruppe. E lontano il gallo cantò”.

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