MARITI E MOGLI

 

Autore: Woody Allen

Adattamento e regia: Monica Guerritore

Attori: Monica Guerritore, Francesca Reggiani, Pietro Bontempo, Fabio Camilli

 

 

Il nostro giudizio: BUONO

Recensione: Geppetto

Sta girando l’Italia questa versione teatrale del film di Woody Allen dallo stesso titolo. La compagnia sarà a Bologna al Duse il 7, 8 e 9 Aprile, dopo Iesi il 4, ed aver toccato recentemente Pesaro, San Giovanni in Persiceto, Lugo …

Il film è uscito nel 1992 e bisogna dire che non era ai livelli di Io e Annie (1977) o di Manhattan (1979). Meno brillante, meno ricco delle tipiche battute di Woody, ma i dialoghi sono sempre intelligenti, il ritmo incalzante.

La società rappresentata è la solita borghesia newyorchese di Allen: colta e raffinata. Il tipico film di parole di Woody insomma, tanto apprezzato di più in Europa che negli States.Si parla di matrimoni o diciamo del rapporto di coppia, visto che l’istituzione non è più tanto di moda, ma la coppia sì, sempre. Sono altre tipologie di coppie, per altro sempre esistite, che hanno rivendicato giustamente il diritto al matrimonio. Contenti loro...

Lo spettacolo teatrale ricalca abbastanza fedelmente il film.Jack e Sally annunciano improvvisamente ai loro amici Gabe e Judy che hanno deciso di separarsi. Separarsi consensualmente, e senza strilli e piatti rotti: un rapporto un po’ logorato e basta. Lei, molto in gamba, è freddina a letto e lui ha un’età in cui ci si guarda intorno perché magari esiste qualcosa di diverso della solita minestra riscaldata: un classico (maschilista).

Gabe e Judy la prendono molto male: “ma come, noi siamo i vostri migliori amici e di questa crisi non ci avete detto nulla!”. Qualcosa del genere.

Seguono vicende varie in cui Jack va con la sua insegnate di aerobica e Sally è spinta dall’amica Judy fra le braccia di un suo fascinoso amico. E ci va, ma non sembra entusiasta. Ma il tarlo rode anche l’unione degli amici confidenti. Gabe, professore universitario e autore di romanzi, se pur fedele, si invaghisce un po’ di una sua allieva ventenne che pende dalle sue labbra. Poi lei gli dice che il suo ultimo romanzo, ancora in bozze, ha tanti difetti e non gli piace. E Gabe capisce che per lei doveva trattarsi del fascino del professore maturo e niente più. In compenso anche a Judy piace tanto il collega che aveva indirizzato alla sua amica per consolarla. In conclusione Jack e Sally tornano insieme mentre quelli che vanno per strade diverse sono proprio Gabe e Judy.

Questa la storia, del film e della commedia teatrale. Ma una cosa è raccontarla con uno sviluppo nel tempo ben comprensibile perché i vari episodi si svolgono in ambienti diversi, situazioni ben contestualizzate, di giorno, di notte, il giorno dopo, per la strada, in palestra etc...Un’altra cosa è la scelta della regista di realizzare quasi un’unità di tempo e di spazio. Sono piccoli particolari che ci dovrebbero dire se si è in una sala da ballo o in un bar; se si è in un letto fatto in scena unendo due poltrone o a tavola, avvicinando due tavoli. E tutto avviene durante un unico ininterrotto temporale. Queste scelte sono spiegate nelle note di regia, ma non basta. E’ la stessa comprensione della storia che ne soffre: cambiare le scene serve anche a capire che c’è un prima ed un dopo.

E quanto tempo è passato fra il prima ed il dopo. La vicenda scorre così come l’abbiamo descritta, ma nel film il percorso è chiaro, in teatro no. E neanche le barzellette si spiegano: o si capisce o pazienza.

E lasciamo stare Pirandello, Strindberg e Bergman (sempre dalle note di regia) come riferimenti di Woody Allen.

Infine, dato che non ci facciamo mancare nulla, una nota tecnica. Se Judy e Sally si fanno delle confidenze è nomale che bisbiglino, ma non tutti i teatri hanno un’ottima acustica; e sembra giusto che anche gli spettatori che non sono nelle poltronissime abbiano il diritto di sentire cosa dicono: sono dei gran curiosi. Forse i vituperati microfoni in teatro qualche volta avrebbero ragion d’essere.

Guerritore e Reggiani bravissime come sempre, ed anche gli interpreti maschili. Per l’adattamento e regia abbiamo detto. Un pensiero a Lavia.

 

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