MUSEO DELLA FOLLIA - DA GOYA A BACON

 

 

Sede: Salò -MUSA

Periodo: 11 Marzo - 19 Novembre 2017

Curatore: Vittorio Sgarbi

 

 

Il nostro giudizio: OTTIMO

Recensione: Marypollon

 

Ma se soffro così tanto io, che posso parlare... Quanto deve soffrire il mio fratello, che non riesce a farlo?

 

Parliamo del dolore di una persona che passa dalle fini discussioni sull'Elogio della Follia di Erasmo da Rotterdam ad una ragazzina ignorante - e non poco - che può dirle tranquillamente "vai dallo psichiatra", perché sa che ci sarà sempre un raccomandato pronto a difendere una bella ragazzina ignorante e leccapiedi?

 

Perchè parto da questo episodio, che in qualche modo ha cosi' tanto condizionato le mie scelte di vita successive?

 

Perche' trovo lodevole che qualcuno possa parlare dei pazzi politici, o comunque di chi viene fatto passare per pazzo, perchè non allineato alla mentalità dominante di quel periodo e di quel determinato posto, in modo tale da poterlo isolare e da renderlo inoffensivo. Queste sono dinamiche da mobbing, o da guerra, ergo sempre attuali.

Il potere dell'arte è appunto quello di poter rappresentare le dinamiche del potere istituzionale, ed è da ammirare chi ha il coraggio di parlare degli ULTIMI.

 

Al MUSA di Salò (che ha investito mezzo milione di Euro in cultura), diretto da Giordano Bruno Guerri, la straordinaria mostra curata da Vittorio Sgarbi.

Come già ho avuto molto di sottolineare mi ha colpito molto la sala dedicata ad Antonio Ligabue, con la sua moto Guzzi, ed alcune delle sue opere più importanti, ed alcuni piccoli bronzi in un'altra sala.

Il percorso della mostra è "delirante" atipico, non è cronologico, né artistico, provocando volutamente un effetto di "disorientamento" nello spettatore, legato al concetto steso di follia.

Entrate, ma non cercate un percorso, la sola strada è il disorientamento. Il "matto" molto spesso è un individuo diverso dal contesto, - direi da "quel" contesto - che nessuno ha gli strumenti per interpretare. Oggetti, filmati, fotografie da vecchi manicomi.

E' bene ricordare che l'autore ha curato una sezione in cui racconta come in modo molto chiaro gli avversari politici venivano (e vengono!) dichiarati matti politici.

Dopo Lombroso (che stabilì un legame opinabile tra pazzia, militanza, sifilide ed alcolismo) è bene ricordare che un qualsiasi avversario poteva essere liquidato dicendo che era pazzo, inutile ascoltare la sua opinione, da accudire e curare. Questo sotto fascismo, comunismo, nazismo and co...

Senza andare tanto lontano nel tempo e nello spazio basta vedere come in alcuni ambienti sono trattati i non leccapiedi - stamattina leggevo di un ragazzo non selezionato da una HR perché ha un tatuaggio (coperto e sul braccio) - tanto per dare un'idea del progresso culturale e dell'apertura mentale di chi magari ha anche il potere di darti denaro...). Tornando al periodo fascista furono dichiarati 44.000 nemici politici, di cui 475 spediti negli ospedali psichiatrici, tra cui ricordiamo Ida Dalser (ex amante di Mussolini), col figlio Benito Albino. Presenti opere, oggetti, fotografie provenienti da antichi manicomi. Presente un olio di Adolf Hitler, poco visto anche in Germania, di un collezionista privato - ricordiamo che lo statista aveva sempre dichiarato di se stesso di essere un'artista, in prestito alla politica. In noi la follia esiste, ed è presente come lo è la ragione.

Articolo 32 della Costituzione Italiana: la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo ed interesse alla collettività.

Articolo 2 della Costituzione Italiana: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nella formazioni sociali in cui svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica, sociale. Mi ha particolarmente colpito il filmato riguardante gli ospedali psichiatrici, il dolore e la volontà di non tacere, di rappresentarlo... il FINE PENA MAI, perchè da un carcere puoi uscire, non da un ospedale psichiatrico. Il contesto è destruente, come quello del mobbing, distrugge la persona, invece di costruirla. La malattia coincide con l'organizzazione, la rassegnazione coincide con gli infermieri che non possono parlare. Un repertorio senza proclami senza manifesti senza denunce. Uomini e donne come noi, sfortunati, umiliati, isolati.

Condannati senza colpa ed incriminati senza reati per il solo fatto di essere diversi, cioè INDIVIDUI.

Il manicomio è il luogo dei rifiuti, dove vengono rinchiusi quelli che non si adeguano, che non sono disposti ad accettare l'ordine del mondo, che urlano la loro indisponibilità.

SEI AGGRESSIVO nel momento in cui non accetti quello che per te ingiusto, che sia cattiveria, guerra, mobbing, se non uccidi con un sorriso ed una bella camicia bianca.

In tutte le epoche si è usato dichiarare che un nemico politico era un pazzo. Anche la follia merita i suoi applausi - A. Merini.

 

L'arte e la conoscenza sono il solo modo per essere veramente liberi.

 

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