20 YEARS OF PLACEBO - WORLD TOUR

 

 

Luogo: Forum di Assago, Milano

Data: 15 novembre 2016

 

 

IL nostro giudizio: ECCELLENTE

 

Recensione: Erika K. Biondi

 

20 anni di carriera, 20 anni di emozioni e di musica che non ci hanno lasciati indifferenti nonostante le sonorità non sempre commerciali e la partenza quasi quando la band si costituì nel 1994 anche se l'esordio ufficiale avvenne due anni dopo al Palatrussardi in apertura a David Bowie a cui hanno reso omaggio nella serata di ieri, 15 novembre.

Unica tappa per l'Italia, ma di un impatto scenico ed emotivo degno di peso in cui sono passati brani che nessuno più si aspettava di sentire, ma che sono stati riproposti ai fan come simbolo di un carriera in ascesa fatta di tappe e che ha costituito, a modo suo, la storia della musica.

Del trio originario restano Brian Molko e Stefan Olsdal supportati da 4 elementi e la serata parte con un “benvenuti alla nostra festa di compleanno” a cui risponde un pubblico carico e pronto a fare festa con i protagonisti di questa nottata fatta di ritmo e sonorità crescenti condite dalla voce metallica e particolare di Molko in una sorta ci cavalcata delle Valchirie e dalla sua immagine che desta un fascino tutto particolare per questo suo aspetto androgino e fragile, ma carismatico e impattante.

Ore 21, tutto pronto, lo spettacolo ha inizio con un omaggio a Cohen, scomparso da poco, e si parte alla volta di una serata che emotivamente promette solo adrenalina ed eccitazione pura lasciando l'onore a Pure Morning. Nottata di scambi tra il pubblico e la band che ha galvanizzato l'etere e che ha garantito brividi a pelle alternati da momenti di estasi estremo e malinconia cosmica caratteristiche del cantante e dei brani che hanno segnato la band e che ne hanno caratterizzato la carriera in un saliscendi di “sofferenza”, carisma, trionfo.

Una partenza col botto degna di uno spettacolo coi fiocchi anche se il carattere ballerino di Brian resta sempre un'incognita, ma forse proprio per questo non sai mai cosa aspettarti: è stato un tripudio di delirio ed estasi profonda legato dallo spettacolare feeling che si è creato tra il pubblico e il cantante che si è interrotto solo per ascoltare un fantastico e sentito coro di auguri omaggiato dagli spettatori e che ha inebriato l'atmosfera e scaldato gli animi.

In scaletta Pure Morning come già citato seguito da Loud Like Love, Jesus' Son, Soulmates, Special Needs, Lazarus, Too many Friends, Twenty Years, I know, Devil in the Details, Space Monkey, Exit Wounds, Protect Me From What I Want, Whithout You I'm nothing, 36 Degrees, Lady of the Flowers, For What It's Worth, Slave to the Wage, Special K, Song ti Say Goodbye, The Bitter end in chiusura con bis annessi e connessi naturalmente perché nessun concerto che si rispetti non ne fa.

Ugola inconfondibile quella di Molko,  che è diventata una sorta di marchio di fabbrica: ha tradotto e semplificato il glam rock, il punk e la garage music creando un mix  inconfondibile  di rock alternativo, uscito dalla morsa del grunge e oltrepassando il muro dello stereotipo con un'immagine che ha quasi dell'irreale in un'alternanza di glamstar quasi peccaminosa in stridente contrasto con la figura androgina e quasi malinconica-paranoica, ma anche stupratore folle di chitarre e pensatore dell'oscuro tormentato...Un uomo, mille volti, un milione di dimensioni, figlio di un'epoca che vive di influenze e di mancanze ma che riesce a bucare lo schermo proprio per la sua duplicità e per la voce particolare e melodica mai scontata.

Ci aspettavamo uno spettacolo? L'abbiamo avuto eccome e anche questa volta ce ne torniamo a casa carichi di emozioni e di adrenalina a pacchi.

Concludo con una frase di Molko di un pò' di tempo fa: “ Generalmente mi trucco anche nella vita di tutti i giorni, di fatto l'uomo che sono sul palco lo sono anche fra le mura di casa. Banalmente è una versione più eccitante del mio essere normale, più colorata ed estroversa di quanto normalmente io sia.

Non è una maschera che indosso, anche se ammetto che mi piace essere freak!”

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