Artista: Matteo Venturi

Anno: 2016

Casa Discografica: Zeta Factory

 

 

Il nostro giudizio: BUONO

Recensione: Enrico C.

 

 

 

“Tre minuti di canzone” è l’album di esordio di Matteo Venturi, giovane artista bolognese classe 1988 formatosi alla Music Academy ed è prodotto da Roberto Priori, storico chitarrista degli 883.

10 tracce per poco più di mezz’ora di ascolto che scorrono abbastanza fluide ed accattivanti, grazie soprattutto all’immediatezza dei ritornelli e all’ “easy listening” delle melodie.

Sicuramente più efficace la prima metà dell’album con i primi brani (“Scegli me” ed il singolo “Dentro ai ricordi” da cui è tratto anche un video) che presentano un sound più originale, con riff di chitarre più convinti ed in evidenza sul resto della melodia; decisamente standard e ripetitiva la seconda metà del disco in cui la netta sensazione è che le idee e l’ispirazione si siano esauriti.

Nettamente più convincenti i brani più movimentati con chitarra e batteria che emergono, rispetto alle “ballate” (“E noi due”, “Che senso ha”) che poco aggiungono al disco e sembrano completamente conformi ed “appiattite” su un mood artistico latino-melodico dominante sul mercato che ahimè non ha sortito certo effetti positivi sulla musica italiana degli ultimi 30 anni.

A livello vocale Matteo dimostra ottima qualità ed un’impostazione che rivela studi strutturati, queste doti sono tuttavia penalizzate da testi non dello stesso livello (spesso immediatezza, leggerezza e semplicità del lessico vanno a segno all’inizio presso un certo pubblico di giovanissimi, ma il rischio della banalità è dietro l’angolo).

Le premesse dell’esordio sono buone, ma la netta impressione è che si sia a metà del guado e che bisogni spingere con più convinzione sull’acceleratore, per ritagliarsi uno spazio di originalità ed un tratto distintivo specifico all’interno di un panorama musicale fatto, purtroppo, di opere ed autori “sfornati” in serie, quasi con la carta-carbone di un tempo.

E’ sicuramente un compito difficile e rischioso (come nel titolo dell’album a volte il pubblico non capisce il lavoro che c’è dietro “tre minuti di canzone”), ma osando di più a livello sonoro (valorizzando magari certi spunti da rock elettrico) e di testi le soddisfazioni potranno arrivare.

In ogni caso, un debutto incoraggiante.

 

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