Autore: Kazuhiro Furuhashi

Produzione: Giappone

Anno: 2000

Genere: animazione

 

 

IL NOSTRO GIUDIZIO: OTTIMO

Recensione: Erika K.Biondi

TRAMA:

Giappone, fine dello shogunato: la restaurazione ancora è un sogno, siamo nel XIX secolo in pieno conflitto tra chi appoggia la tirannia feudataria e chi invece vorrebbe come unica figura reggente l'imperatore.

Flashback risalente all'infanzia del protagonista: il maestro Hiko, lo salva casualmente e decide di prendersene cura come allievo e tramandando le regole della scuola Mitsurugi Hiten allevando uno spadaccino “letale”.

Shinta (il vero nome di Kenshin), ormai adulto abbandona il suo mentore ed entra a far parte di una delle fazioni rivoluzionarie: i Katsura, allo scopo di dare un futuro migliore alla povera gente in un'era in cui il Giappone vive la sua peggiore crisi schiacciato dalle pressioni dell'occidente per farlo uscire dall'isolamento politico ed economico; un tempo in cui lo shogunato detiene un forte potere opprimendo il popolo e rendendolo schiavo delle leggi e del dominio smodato dei feudatari.

Essere rivoltosi vuol dire soprattutto uccidere a sangue freddo: con l'assassinio di Himura ha inizio la vera e propria vicenda che narra come Shinta si sia procurato la famosa cicatrice al volto, tratto distintivo del personaggio e dell'incontro con Tomoe che costituisce un elemento chiave nella storia divenendo il punto di equilibrio tra la violenza delle gesta belligeranti e l'interiorità emotiva del samurai vagabondo che scopre l'amore.

 

RECENSIONE:

In Giappone “Kenshin-samurai vagabondo” ha riscosso un successo considerevole entrando nell'elenco dei più venduti di sempre e lo stesso è accaduto anche in Italia, purtroppo invece la presa sul pubblico della serie animata è stata decisamente deludente tanto che a un certo punto sospesero le proiezioni. Per sopperire a questo, anni dopo venne prodotta questa mini serie che è rimasta inedita fino al 2005 quando Dynit ha pubblicato il DVD e MTV durante l'anime night ne presentò i contenuti riscuotendo enorme successo.

Vicende crude che non lasciano molto all'immaginazione con chiare rappresentazioni di decapitazioni e piogge di sangue, scene al limite del pathos con un alternarsi di attesa e tristezza, elemento che la fa da filo conduttore durante tutta la vicenda.

Ritmo narrativo accattivante e impeccabile con attimi di silenzi rappresentati solo da immagini che catturano lo spettatore e lo lasciano interdetto a fissare lo schermo, una sorta di tango di emozioni scandito da questi momenti senza audio e azioni repentine e sanguinarie in netto contrasto tra loro, ma che coesistono egregiamente: la storia d'amore delicatissima, di una malinconia disarmante, descritta con pennellate di colore che paiono uscite da un quadro Ukiyo-e tanto sono effimere, in forte antitesi con la sanguinaria sete di morte e vendetta che fa da sfondo all'intera vicenda. Un equilibrio precario di contrasti che si amalgamano talmente bene da assemblare un cocktail mediatico - “letale” perfetto.

I personaggi sono curati e precisi così come lo sono i paesaggi, tanto dettagliati da apparire quasi fotogrammi della realtà trasportandoci sul luogo della vicenda senza lasciare nulla al caso e all'immaginazione; Tomoe viene associata all'odore dell'iris sotto la pioggia, rappresentata talmente bene che pare di sentire il dolce profumo fuoriuscire dalla pellicola.

Scene di guerra epiche degne di un colossal in piena regola con armi rappresentate al limite del reale tanto sono minuziose, da sembrare persino pesanti e difficili da maneggiare in uno sferragliare impazzito e furibondo con lame che affondano imperterrite e implacabili con fiotti di sangue e brandelli di pelle.

La colonna sonora è accattivante, melodica, triste ma indubbiamente cucita addosso alla vicenda e alla sceneggiatura in maniera egregia tipica dell'animazione di qualità dove nulla viene lasciato al caso.

 

CONSIDERAZIONI FINALI:

Centoventi minuti di trama non particolarmente articolata, ma compensata da questo personaggio perfettamente caratterizzato con un'ambientazione che nulla lascia all'immaginazione e che risulta coerente e dettagliata al millesimo.

Regia magistrale dell'accoppiata Kazuhiro Furahashi e Kaeko Sakamoto che elevano questa animazione e che escono dalla mediocrità mediatica proposta spesso sul tema, facendo emergere un lato poetico e artistico pur descrivendo scene sanguinarie e cruente al limite dell'esagerazione e per forti di stomaco.

Un capolavoro artistico che nulla ha a che vedere con la serie vera e propria e che fa di questo cofanetto un'opera imperdibile e per intenditori perchè siamo fuori dall'anime “ruffiano” e “iperbolico” ben confezionato che nasconde flop cosmici dettato solo dalle mode del momento: qui si parla di storia in uno spaccato che rende una realtà tangibile, si parla di amore con la dolcezza propria di canoni che profumano di passato ma che ancora sono attuali, si parla di dolore, di presenza e assenza, di quell'assenza che attanaglia i sensi e travolge...si parla, sì, ma si viene anche trascinati in un susseguirsi di fotogrammi che rasentano la perfezione visiva.

Ebbene...lacrime a iosa ed emozioni forti per un prodotto che raramente raggiunge eguali soprattutto nell'animazione; solo un difetto: troppo breve.

“L'attimo in cui trovi il coraggio di rinunciare alla tua vita per qualcun altro, è l'attimo in cui hai compreso l'amore” -Kenshin.

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