Regista: David Moreau

Produzione: Francia, Belgio

Anno: 2017

Attori: Sofia Lesaffre, Stéphane Bak, Jean-Stan Du Pac, Paul Scarfoglio, Kim Lockhart

 

 

Il nostro giudizio: DISCRETO

Recensione: Massimo Giachino

  

 

Tratto da una serie a fumetti ideata da Fabian Vehlmann e disegnata da Bruno Gazzotti, vede la luce questo thriller a tratti fantasy per ragazzi che ci lascerà con molte domande irrisolte.

 

TRAMA

Leila è un’adolescente irrequieta e con una grande passione per i motori, proprio come suo fratello, il quale purtroppo è in coma ormai da diverso tempo a causa di un incidente avvenuto in gara.

Dopo l’ennesima lite a scuola, Leila fugge verso il vicino Luna Park per svagare la mente ed allontanare i pensieri negativi, decidendo di concedersi un giro su una delle giostre presenti.

Un salto temporale ci porta direttamente alla mattina seguente, dove cominciano a verificarsi strani avvenimenti, il primo dei quali è la totale assenza di qualsiasi segnale digitale. In casa, fatto inusuale, Leila non trova nessuno. Uscendo all’esterno la situazione comincia ad assumere contorni inquietanti…silenzio assoluto e nessuna presenza umana.  Presa dalla disperazione si spinge al di fuori del quartiere, trovando solo desolazione e strade vuote. Quando si è ormai convinta di essere rimasta l’unica superstite, Leila viene in contatto inaspettatamente con altri 4 ragazzi all’incirca della sua età: Dodji, Yvan, Camille e Terry.

Decisi a cercare di capire cosa sia successo – Alieni? Disastro nucleare? Virus letale? – i ragazzi si avventurano per la città per venire a capo del mistero, sfruttando le disponibilità del benestante Yvan.

Invece di venire a capo della cosa però, il mistero si infittisce ulteriormente quando i ragazzi vengono colti di sorpresa da un individuo mascherato che, senza dare spiegazioni, attenta alla loro vita ostacolandoli nella loro ricerca di risposte. Ma fuggire non serve a nulla, la città è circondata da una impenetrabile nebbia che sembra avanzare ogni minuto che passa.

Proprio quando sembra non esserci scampo a questa situazione paradossale, i ragazzi si ritroveranno al Luna Park visto ad inizio film e sarà qui, da dove tutto è cominciato, che Leila realizzerà cosa sia veramente accaduto…

 

 

 

 

RECENSIONE/CONSIDERAZIONI FINALI

Come detto in apertura, il film è tratto dal fumetto d’oltralpe “Seuls”, rivolto principalmente ad un pubblico giovane, caratteristica questa che è stata mantenuta nella pellicola.

Questo non significa che sia un prodotto rivolto esclusivamente ad un pubblico adolescenziale, ma tratta comunque tematiche care a quella fascia d’età (la non accettazione, bullismo tra ragazzi, diversità sociale), implementandoli in un contesto fantasy dai toni misteriosi.

Nessuna delle due fasi prevarica sull’altra, viene messo in campo un ottimo bilanciamento delle due cose ottenendo un perfetto mix di Mistery Sci-fi.

Essendo una produzione a budget limitato lontana dalle megaproduzioni cinematografiche, viene cercato di utilizzare al meglio il materiale a disposizione, centellinando gli effetti speciali comunque di buona fattura.

Un cast, per forza di cose, giovane e ben amalgamato che si sforza di dare vita ognuno al personaggio che gli compete, non sempre centrando appieno il bersaglio.

La protagonista Leila (Sofia Lesaffre) riesce a concentrare quella rabbia e frustrazione che ben si adattano alla sua realtà, lo stesso dicasi per Dodji (Stéphane Bak), solitario e con maniere a dir poco sbrigative, i quali risultano i personaggi più riusciti.

La sceneggiatura non cade in passi falsi o paradossi che non trovano spiegazione, anzi il regista è bravo a tenere alta l’attenzione spargendo in limitata quantità indizi che portino lo spettatore a chiedersi quale sarà il prossimo tassello per venire a capo del puzzle.

Non è un Blockbuster e non ha quindi quell’aria “perfetta e patinata”, ma è comunque una pellicola dignitosa che cerca di sopperire ad alcune carenze strutturali con arguzia ed ingegno, miscelando in giuste dosi mistero, avventura e fantascienza.

Cinematograficamente parlando possiamo definirlo come un interessante ibrido venuto alla luce miscelando “28 giorni dopo” e “Silent Hill” in salsa young adult come viene definito oggi il genere.

Dal primo prende l’idea della città desolata,dal secondo la misteriosa nebbia ed il senso di inquietudine.

Un difetto? Il ritmo presenta alcune pause non perfettamente colmate nei tempi, creando dei momenti di sospensione comunque avvertibili.

Un pregio? Moreau sottolinea a più riprese, per bocca dei ragazzi, come disuguaglianza e razzismo siano ancora così radicati nella cultura odierna.

Una trasposizione da fumetto non riuscita al 100%, ma che vale comunque la pena visionare.

 

 

LA CURIOSITA’

In una intervista, il regista conferma come la sua pellicola sia influenzata dai teen-movie degli anni ’80 e dalle produzioni di Steven Spielberg, in particolar modo da “Piramide di paura” (1985).

 

 

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