Regista: Chris Weitz,Paul Weitz

Produzione: Stati Uniti d’America, Regno Unito, Francia, Germania

Anno: 2002

Attori: Hugh Grant, Toni Collette, Nicholas Hoult, Rachel Weisz, Victoria Smurfit

 

 

 

Il nostro giudizio: MOLTO BUONO

Recensione: Massimo Giachino

 

 

 

Un irriverente Hugh Grant e un tenace ragazzino di 12 anni ci prendono per mano, accompagnandoci in una commedia prettamente British dai toni sarcastici su come possa cambiare, inaspettatamente, la nostra percezione della vita.

 

TRAMA

Londra. Will è un uomo alla soglia dei 40 anni, benestante grazie alle royalties su una famosa canzone incisa da suo padre anni prima, perennemente incapace di mantenere una relazione stabile e continuamente sopraffatto dal suo egoismo.

Vive la sua vita scandendola in unità di tempo, quantificabili in circa mezz’ora, necessarie a quelle che definisce come le sue attività “primarie”: “ fare un bagno: una unità; guardare Countdown: una unità, ricerche su Internet: due unità, ginnastica: tre unità...”

Alla continua ricerca di una futura ex fidanzata, Will scopre un mondo fino ad allora a lui sconosciuto: mamme single! Approfittando di questa nuova ed entusiasmante scoperta, Will si iscrive ad un corso di sostegno per genitori single, arrivando ad inscenare addirittura di avere un figlio di 2 anni, Ned, per accedervi. Qui farà la conoscenza di Susie, con la quale nascerà subito una spontanea complicità da entrambe le parti.

Il primo appuntamento sarà però ben diverso da come Will immaginava dando il via, senza che lui se renda inizialmente conto, ad un radicale cambiamento interno.

Nella sua vita farà la comparsa per la prima volta Marcus, dodicenne figlio di Fiona (amica di Susie), quest’ultima con evidenti problemi legati alla depressione. Prova ne sarà il fatto che, al loro ritorno a casa, la troveranno in stato incosciente a causa di una overdose di farmaci.

Questo sarà il punto di svolta per Marcus. Deciso a risollevare le sorti della madre, comincia a diventare una presenza quasi ossessiva nella vita di Will, inizialmente per convincerlo ad uscire con sua madre (dietro ricatto di rivelare il suo segreto su Ned...). Il piano ovviamente non può che fallire miseramente...

Deciso comunque a trovare una soluzione, Marcus si iscrive ad un Talent rock scolastico, presentando la canzone “Killing Me Softly” tanto amata da sua madre, anche se la cosa significa suicidarsi pubblicamente. Non che prima Marcus fosse tra i più popolari della sua scuola comunque...

Nel frattempo nella vita di Will irrompe l’affascinante Rachel, intraprendente ragazza in carriera e, ovviamente, madre single di un ragazzo all’incirca dell’età di Marcus. Da qui il colpo di genio. Will convincerà Marcus a fingersi suo figlio, in modo da poter avere un motivo di approccio.

Ma anche questa volta i nodi verranno presto al pettine, e Will comincerà finalmente a chiedersi quale sia infine il senso della sua vita, fino a quel momento priva di un reale scopo.

Risolutorio sarà il suo intervento in extremis al concorso canoro della scuola, presentandosi come accompagnatore alla chitarra di Marcus, tirando fuori dal cilindro una esibizione che lascerà tutti basiti, Rachel per prima, presente per assistere alla performance di suo figlio Ali.

In seguito a questo evento, Will cambierà radicalmente il modo di concepire la sua vita riavvicinandosi a Rachel, Marcus comincerà a frequentare la ribelle Ellie, la quale frequenta la sua stessa scuola, e Fiona conoscerà Tom, ex collega di Will ai tempi in cui entrambi erano attivisti per Amnesty International (breve e simpatico il flash-back sull’argomento).

 

 

RECENSIONE/CONSIDERAZIONI FINALI

Nei due decenni che si sono succeduti a cavallo degli anni 2000 (per l’esattezza a partire dal 1994 con “4 matrimoni e un funerale), la commedia romantica ha trovato il suo massimo esponente, cinematograficamente parlando, nel “British” Hugh Grant.

Non fa eccezione questa trasposizione su schermo tratta dall’omonimo romanzo di Nick Hornby, in cui Grant è il mattatore indiscusso, dividendo la scena col giovane Marcus (Nicholas Hoult).

E’ una commedia brillante con alcuni acuti memorabili: il discorso di Will quale possibile futuro padrino oppure il già citato concerto della scuola per fare un paio di esempi.

Nessun cedimento o passo falso a livello di sceneggiatura, ma dialoghi frizzanti, addirittura attimi di surrealismo (come dimenticare l’anatra uccisa da una pagnotta?!) condiscono il tutto per rendere la visione una piacevole esperienza, regalandoci perle di quella simpatica canaglia di nome Will.

Salta subito all’occhio come vengano affrontate alcune tematiche importanti, quali la solitudine, il tentativo di suicidio e la non accettazione, tutte fasi significative sottolineate in modo intelligente ed ironico, senza scivolare in determinati cliché triti e ritriti.

Hugh Grant è perfetto nella parte dello snob donnaiolo impenitente e benestante che non ha cuore se non per sé stesso.

D’altro canto, lo stesso discorso è applicabile a Marcus e sua madre. Bravi entrambi a dare vita a dei personaggi con forti problematiche esistenziali, perfetti nella loro caratterizzazione (l’abbigliamento di Toni Collette/Fiona è qualcosa di impagabile)!

Pur non rientrando nei canoni tipici del genere, può essere inserita di diritto nelle commedie natalizie, avendo il suo epilogo la notte di Natale.

Riscosse parecchio successo alla sua uscita il brano portante del film, ovvero l’omonimo brano del cantautore inglese Badly Drawn Boy.

Ai fan di Harry Potter, infine,  non sarà sfuggito che Ellie altri non è che una giovane Natalia Tena, attrice australiana nota per il personaggio di Ninfadora Tonks nella celebra saga fantasy.

 

LA CURIOSITA’

Prestando attenzione alle inquadrature, nella cucina di Will è possibile notare uno stemma dell’Inter, nella stanza di Ali è invece appeso quello dell’Arsenal.

 

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