Regista: Quentin Tarantino

Produzione: USA

Anno: 1997    

Attori: Pam Grier, Samuel L. Jackson, Robert Forster, Robert De Niro, Bridget Fonda

 

 

Il nostro giudizio: Ottimo

Recensione Dicembre 2020: Geppetto

 

I tempi sono grami per tutti. Lo sono in particolare per i cinefili, con le sale chiuse. E noi siamo di quelli che non pensano che sia la stessa cosa vedere un bel film alla televisione. Film già prodotti, che avremmo visto volentieri, sono parcheggiati in attesa di tempi migliori. Altri, che probabilmente dovevano rientrare dall’investimento, distribuiti su piattaforme tipo netflix.

Rassegnati, ci siamo rivolti all’usato sicuro ed abbiamo scaricato Jackie Brown, terzo film diretto da Tarantino, dopo i successi planetari di Le iene e Pulp fiction. Il film non fu accolto particolarmente bene da critica e pubblico. Poi c’è stato un ripensamento. Oggi figura in quelle graduatorie dove sono elencati i migliori film di sempre. Ebbene, dobbiamo dire che per noi è proprio un bel film.

Jackie (Pam Grier) è una hostess di colore e sulla quarantina che lavora per una piccola compagnia messicana, dopo essere incappata nelle maglie della giustizia per aver trafficato droga per il suo ex compagno. Poco pagata, arrotonda trasportando dollari accumulati in nero in Messico da Ordell (Samuel L. Jackson), un trafficante di armi anche lui di colore. Beccata dalla polizia che vuole incastrare Ordell decide di collaborare. E qui si sviluppa una vicenda ben architettata in cui il vaso di coccio Jackie cerca di mettere nel sacco i vasi di ferro: sia i temutissimi e spicci agenti di polizia sia Ordell, delinquente a tutto tondo ed assassino non appena sente puzza di bruciato. Al suo fianco Max (Robert Forster), un presta cauzioni per far uscire gente di galera, un po’ stanco del suo tran tran e coinvolto nel piano di Jackie. Ed anche preso dallo strano fascino di lei, non bella né giovane. Di contorno un grande Robert De Niro (Luis), qui in versione di caratterista, collaboratore di Ordell, e Bridget Fonda (Melanie) biondina accasata nell’appartamento del boss.

Non diremo di più, per chi volesse trascorrere una piacevole serata di clausura. Lo stesso regista ci dice che il piano c’è, ma lo si scopre di volta in volta con la successione degli eventi. Gli incastri ci sono e ricordano per certi versi la più tradizionale giallistica anglosassone, quella di Agatha Christie per intenderci, senza con questo voler fare analogie fuori luogo.

Il film occhieggia certa cinematografia americana degli anni ’70, a basso costo, fatta per pubblico afroamericano da interpreti, registi, sceneggiatori prevalentemente di colore sullo sfruttamento ed emarginazione dei “neri” americani: la così detta blaxploitation. Da noi non ne arrivò molta ma qualche titolo è memorabile: “Shaft il detective” per esempio, bel film, ed i suoi sequels. Pam Grier ne era molto spesso protagonista.

Nei confronti di questo cinema Tarantino è, per così dire, un po’ “politicamente scorretto”.  Qui la prospettiva è ribaltata, i “neri” sono proprio i cattivi, e fra di loro De Niro è il babbeo bianco di turno. Ma c’è chi ha considerato questo film come parte di una rivisitazione del genere che negli anni ’90 ci fu.  Ed in ogni caso le “citazioni” sono parte integrante della cinematografia di Tarantino. Basti pensare agli “Spaghetti Western” rievocati nei suoi film.

Anche la colonna sonora richiama quel cinema. Si tratta di musica afroamericana, ritmatissima, soul, Rhythm and blues etc. Ed anche qui non posiamo non ricordare quanta parte del suo successo all’epoca “Shaft” dovette alla colonna sonora.

La vicenda, per altro non originale, come nei film precedenti di Tarantino, ma tratta da un libro, è narrata con una maestria che potremmo dire tradizionale e quasi classica. Forse per questo sorprese il pubblico dell’epoca dopo i film antecedenti. Ma la mano del regista si vede e come. Basti pensare alle sequenze dello scambio di un sacchetto con dentro il denaro che avviene in un centro commerciale. Il fatto è rivisto più volte dal punto di vista dei vari protagonisti, che ovviamente ne hanno tratto conclusioni diverse: hanno visto “fatti” diversi.

Ci ricordiamo il tentativo di rapina al bar di Pulp fiction dove sono Travolta e Samuel L. Jackson? E la ricostruzione degli eventi in The hateful eight? Non la cronologica successione degli accadimenti e nemmeno l’uso classico del flashback, ma sovrapposizione continua dei piani temporali a delineare il racconto, come per successive messe a punto.

Gli attori tutti bravi, come si deve dire quasi sempre quando si parla di cinematografia americana. Dai protagonisti alle comparse dispongono di grandi professionisti. Ma il cinema è nato lì, ed è ancora lì il centro di gravità.

Menzione particolare per De Niro. La scena del parcheggio con Bridget Fonda è su You Tube, visionatissima; un piccolo capolavoro.

Scaricabile su Sky on demand e su tutte le maggiori piattaforme. Ovviamente anche in DVD e Blu-ray.

 

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