Ideatore: Marti Noxon

Regista: Jean-Marc Vallée

Anno: 2018

Produzione: Stati Uniti

Attori: Amy Adams, Patricia Clarkson, Matt Craven

 

 

 

Il Nostro giudizio: OTTIMO

Recensione: Maria Giovanna

 

                         

Devo essere completamente sincera con voi, ho deciso di guardare questa serie televisiva solo ed esclusivamente per l’attrice che interpreta il ruolo principale. Vi chiederete chi è? Lei è la superlativa Amy Adams e la serie televisiva in questione è Sharp Objects.

La protagonista è Camille Preaker, una giornalista di cronaca nera che vive una vita sregolata ed è un'alcolista, alcolismo che rappresenta solo una minima parte dei suoi demoni e passato. A seguito della scomparsa di due ragazzine nella sua città natale, Wind

Gap, il suo capo, Frank Curry (Miguel Sandoval), decide di mandarla come reporter sul campo. Camille sarà così costretta a tornare a vivere a casa di sua madre Adora (Patricia Clarkson) e a conoscere la sua sorellastra più piccola Amma (Eliza Scanlen). Suo malgrado dovrà vivere ancora una volta le dinamiche della piccola cittadina del Missouri: omofobia, razzismo, la rivalità tra le donne e il machismo degli uomini; i difficili rapporti con la famiglia e si ritroverà a ripercorrere i traumi del passato.

Sul caso indagano lo sceriffo Bill Vickery (Matt Craven) e il detective Richard Willis (Chris Messina). Il primo sospetta dei familiari delle ragazze, John Keene e Bob Nash, Keene perché giudicato troppo sensibile e Nash perché burbero e attaccabrighe. Il detective, arrivato in città da Kansas City per aiutare con la risoluzione del caso, rimane di vedute più aperte e non si ferma alle solite prime apparenze. Il detective troverà difficile ambientarsi in una piccola città rurale, con le sue tradizioni e i suoi costumi e così accetterà di fornire a Camille informazioni sul caso in cambio di informazioni riguardanti la città.

Principale territori d’indagine in questa miniserie sono i ricordi trascinandoci negli abissi emotivi dei personaggi partendo dai tormenti della protagonista. La serie è un adattamento firmato da Marti Noxon (già famosa per serie come come Buffy - L'ammazzavampiri, UnReal e Dietland), del romanzo d'esordio di Gillian Flynn, l'autrice di Gone Girl, e diretto dal regista canadese Jean-Marc Vallée, reduce dal successo e dai premi ottenuti con Big Little Lies - Piccole grandi bugie.

La serie inizia quasi come se volesse entrare in punta di piedi nella mente dello spettatore che, a me è successo ma dovrete desistere, viene quasi invogliato ad abbandonare la visione. In realtà, superato il primo scoglio, Sharp Objects svela a poco a poco il vissuto dei vari protagonisti dando al telespettatore il ruolo di riordinarli perché non viene seguito il classico modello di flashback ma si segue il flusso di ricordi di Camille: il suo passato che si presenta dentro la sua vita attuale all’improvviso, molto spesso sono solo frammenti o episodi confusi ma che sono necessari per poter dare vita ad un quadro molto più oscuro di quello che uno ci si aspetta. La cittadina Wind Gap potrebbe essere paragonata ad una moderna Twin Peaks che, come ogni cittadina di provincia che si rispetti, nasconde i suoi retroscena tenebrosi.

Sharp Objects non è il classico noir televisivo perché l’indagine di polizia appare quasi secondaria, procede con lentezza e senza grandi colpi di scena dando in questo modo la possibilità di fare da veicolo per esplorare la piccola comunità e, alla protagonista, di affrontare le sue paure, i sensi di colpa e le ferite che si porta non solo dentro di sé ma anche quelle che le hanno trasfigurato il corpo. (da qui il titolo "oggetti affilati").

Attorno alla figura di Camille troviamo la madre Adora, donna autoritaria e con i tipici modi molto teatrali delle gran dame del Sud; il patrigno Alan uomo inutile e sgradevole a qualsiasi spettatore; la sorellastra Amma che ammira e invidia la sorella maggiore di cui ha sempre sentito la mancanza e di cui in parte è gelosa a causa delle attenzioni che la madre le riserva.

Come accennato prima, Sharp Object ha un’andatura lenta, facendo crescere la suspense progressivamente, ponendo nello spettatore dei dubbi soprattutto mentre si arriva all’epilogo dando una sfumatura horror che non ci si aspetta.

Amy Adams ancora una volta ci regala un’interpretazione superlativa interpretando una donna impegnata a lottare con i propri fantasmi che ha tentato più volte di rimuovere ma in modo infruttuoso. L’attrice lo fa senza tanti esibizionismi di sorta ma solo con l’utilizzo della sua mimica facciale, dei suoi sguardi, gesti ed anche silenzi che accompagnano e danno profondità a molte scene.

Tutto questo è accompagnato dalla voce di Robert Plant e dalle melodie dei Led Zeppelin che ritroveremo fin dall’inizio con la canzone Thank You, per poi ritrovare anche Can't Quit You Baby, What Is and What Should Never Be che serviranno per dare maggiore forza alle emozioni e alla rabbia che viene raccontata volta per volta.

 

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