Regista: Lars von Trier

Produzione: Danimarca, Svezia, Germania, Francia

Anno: 2018

Attori: Matt Dillon, Bruno Ganz, Uma Thurman

 

 

Il nostro giudizio: OTTIMO

Recensione: Francesco Izzo

 

“L'arte è fatta per disturbare, la scienza per rassicurare.”

Lars von Trier è un regista che ama sconvolgere e disturbare sempre di più le platee del cinema della nostra epoca. Film complessi e destrutturati dal punto di vista narrativo, ricchi di paradossi e riferimenti filosofici,  con tante scene nude e crude che sono diventati il suo marchio di fabbrica.

The house that Jack built, prodotto da Zentroba e distribuito in Italia come La casa di Jack, è stato presentato a Cannes nel 2018 come film fuori concorso. Un centinaio di persone circa hanno abbandonato la sala a metà film per la troppa violenza, mentre il resto della platea in visibilio è rimasta folgorata dall’ennesima mossa provocatoria da parte di una delle menti più folli del cinema contemporaneo. Lars von Trier o si ama o si odia.

Da un punto di vista narrativo si avvicina molto al precedente lavoro, Nymphomaniac del 2013: un narratore in prima persone ed un interlocutore attivo, ma la tematica non è il sesso. Il protagonista del film interpretato da Matt Dillon è un ingegnere con disturbi ossessivi-compulsivi che scopre in modo casuale la gioia di uccidere persone dopo aver scaraventato violentemente un cric sul volto della prima vittima, interpretata da Uma Thurman. Il racconto di Jack attraversa un arco temporale di circa 12 anni e viene suddiviso in cinque capitoli in cui si alterna il progetto di costruzione di una casa e una sessantina di omicidi fantasiosi come se fossero delle opere d’arte. L’interlocutore, il compianto Bruno Ganz, è il misterioso confessore che copre Jack nel momento in cui viene scoperto, portandolo in salvo e trascinandolo con sé negli inferi.

Un thriller psicologico e sadico, con alcune scene memorabili esteticamente e concettualmente arricchite dall’unica traccia sonora presente in tutto il film, Fame di David Bowie. Jack pensa ai suoi crimini proprio come un regista alle sue opere, direzionato sempre di più verso la propria fine e al raggiungimento del suo piano iniziale.

La casa di Jack è un film che sconvolge e disturba ma nonostante tutto ti incolla per 2 ore e 40 minuti davanti allo schermo. Il regista l'ha definito come «il film più brutale che abbia mai realizzato», che celebra l'idea «che la vita sia crudele e spietata». Del resto “l'arte è fatta per disturbare, la scienza per rassicurare.”

 

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