Regista: Tom Ford

Produzione: Stati Uniti

Anno: 2016

Attori: Amy Adams, Jake Gyllenhaal

 

 

Recensione: Maria Giovanna

Il Nostro Giudizio: Ottimo

 

 

Quanto volte abbiamo sentito dire in qualche talk show di basso livello che ormai la nostra società è completamente succube delle apparenze, del fatto che le persone non vogliono far vedere quella che è la realtà giornaliera. Il film Animali notturni riesce in questo intento tramite una rappresentazione spietata sul matrimonio all’interno di una cornice sull’arte contemporanea.

La protagonista è Susan Morrow, proprietaria di una importante galleria d'arte che un giorno riceve un manoscritto dal suo ex marito con cui non ha più rapporti da circa diciannove anni e che, tramite il manoscritto, riesce a fare riemergere dei ricordi oramai rimossi da tempo in modo prepotente. Un thriller che ha come scenario l'orizzonte piatto del Texas e una notte nera e profonda. Una notte che cattura completamente l’attenzione di Susan e la inchioda al letto, dietro ai suoi occhiali e ad una vita di apparenze. Esatto, perché Susan molti anni prima decise di divorziare in modo crudele da Edward per sposare Walker, uomo che non sopporta i fallimenti e che la tradisce sulla East Coast. Susan vive una vita che scivola debolmente sulla superficie delle opere che espone nella sua galleria ma niente ora risulta più reale di quel romanzo, di cui consuma le pagine con gli occhi e riorganizza, nella sua mente, il tempo e la storia del suo primo matrimonio.

Dall’altra parte il suo ex marito trova la sua vendetta tramite la scrittura, mediando con l'arte dello scrivere il lutto e la perdita subito. Se l'arte di cui si occupa Susan è diventata oramai un’icona di sé stessa, priva di un significato intrinseco, quella praticata da Edward lo ricongiunge ad un disagio e lo aiuta nella cura.

Il film riesce ad essere così un genere thriller con due tipologie di traiettorie: quella propria del film, dove il protagonista e autore trasformano i fatti in arte-fatti mettendo in atto la mediazione del linguaggio letterario (Edward) e cinematografico (Tom Ford - regista).

Il regista Ford ritorna alla regia con una storia d’amore e di vendetta tratta dal libro Tony & Susan, 1993, di Austin Wright, ma che è allo stesso tempo violenta ed elegante, con un cast spettacolare non solo per le due star protagoniste: Jake Gyllenhaal (nel doppio ruolo dell'ex marito e del protagonista del libro) e Amy Adams.

Il regista, come lo scrittore del suo film, delinea in maniera chiara e fluida la storia che vuole raccontare grazie anche a dei fantastici piani sequenza; ci illude con l’utopia del romanticismo ma in realtà sta ponendo le basi per il delitto, che parrebbe perfetto ma che in realtà porta alla cattura dei colpevoli tramite delle indagini un po’ sui generis. Ford ci porta all’interno di un’America fatta di mostri, di una società disturbata e che appare in tutta la sua eccedenza di voler essere, per poi arrivare fino all’estremo, ossia la capacità, come quella del protagonista, di adattarsi a nuove circostanze di vita che si è costretti a vivere contro il nostro volere.

Tom Ford si rivela, oltre a creatore di moda di grande successo, un capacissimo sviluppatore di universi paralleli nel cinema celebrando la costruzione tesissima della sua opera e creando un cinema sensibile che si affida alla qualità delle immagini e alla figura femminile dentro la quale viene accolta una crudeltà animale.

Susan non riesce a vivere la vita che ha scelto, fatta solo di apparenza, perché, leggendo il romanzo di Edward, riscopre la persona che lei è realmente. Allo stesso tempo non riesce a far riemergere sé stessa perché, nel momento in cui crede di aver trovato una via di fuga la stessa vita la colpisce come una mannaia alla testa senza poterle dare il tempo di capire cosa le sta succedendo.

Edward decide quindi di vendicarsi in modo spietato utilizzando, però, l’eleganza di Tom Ford.

 

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