Regista: Johan Renck

Attori: Jared Harris, Stellan Skarsgård

Anno: 2019

 

Il nostro giudizio: OTTIMO

Recensione: Maria Giovanna

 

Quando si decide di raccontare un fatto storico o una storia drammatica ci sono sempre tanti punti che per come vengono trattati potrebbero non piacere a qualche spettatore. Possiamo dire che non è il caso della serie di cui vi parlo oggi: Chernobyl.

Questo nome è conosciuto sia dai più giovani che dalle persone più grandi e parlare di quello che è accaduto porta inevitabilmente a parlare di politica, ideologia e moralità perché con Chernobyl non si è distrutta solo un’intera nazione ma anche quello che fino ad allora rappresentava una super potenza in Europa e che glorificava la sua perfetta, solo ahimè in apparenza, architettura ideologica. Il regista è riuscito a comprimere in poche puntate di una serie anni di silenzio e documenti, soprattutto di natura scientifica, venuti a galla troppo tardi per dare giustizia a tutti i suoi protagonisti. È riuscito a portare sullo schermo in maniera così vera quello che io definirei la più grande tragedia nucleare dell’epoca contemporanea e fare capire meglio i termini scientifici utilizzati e che abbiamo sentito miliardi di volete ma che non abbiamo mai capito.

Sono le 01:23 del 26 aprile 1986 il reattore nº 4 esplosioni e si verificarono altre due esplosioni a distanza di pochi secondi l'una dall'altra. La prima fu una liberazione di vapore surriscaldato ad altissima pressione che sparò in aria il pesante disco di copertura chiamato Elena e pesante oltre 1 000 tonnellate che chiudeva il cilindro ermetico contenente il nocciolo del reattore. Il disco ricadde verticalmente sull'apertura lasciando il reattore scoperto. Pochi secondi dopo il grande volume di idrogeno e polvere di grafite ad altissima temperatura liberati dal nocciolo a contatto con l'aria produssero una seconda esplosione molto più potente che distrusse la copertura dell'edificio del reattore. Seguì un violento incendio della grafite contenuta nel nocciolo. L'incendio per alcune ore disperse nell'atmosfera un'enorme quantità di isotopi radioattivi ossia i prodotti di reazione fissili contenuti all'interno. Questo è ciò che accadde e che ritroviamo molto spesso descritto nei libri di storia ma la cosa che nessuno fino ad ora era riuscito a fare era quella di raccontare mettendolo in scena sullo schermo e calcolare in numeri dell’esatto volume delle conseguenze di Chernobyl perché per decenni ci si è dovuti accontentare di un’insostenibile quantità di bugie. In una città che ancora non si rende conto di ciò che sta accadendo, dove le persone continuano a svolgere le loro azioni quotidiane come andare a scuola o a lavoro o fare la spesa, il regista decide di aprire la sua storia da qui, raccontando questa tragedia con diversi personaggi. Alcuni di questi sono esisti realmente e altri sono solo di fantasia, per farci capire che forma potesse avere la minaccia e di quanto possa non essere certa e possa disperdersi nell’aria. Ci si rende conto che qualcosa di grande è successo solo quando si decide di fare evacuare la città che inizia a prendere un aspetto spettrale post apocalittico che molto spesso viene descritto nelle grandi produzioni americane. Il cuore della serie è rappresentato da un personaggio esistito realmente ossia Valerij Alekseevič Legasov, interpretato da Jared Harris, e morto suicida. Lui era il Vicedirettore dell'istituto dell'energia atomica e si rende conto subito che non c’è stato un semplice incendio all’interno della centrale nucleare ma un disastro enorme. Sarà lui a lottare contro il partito e con l’allora Segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica Michail Sergeevič Gorbačëv, interpretato da David Dencik, per fare adottare misure per cercare di contenere il disastro. Esattamente, contenere, perché il partito comunista di allora mentendo ha messo in pericolo e fatto morire milioni di persone senza riuscire a contenere la sua sete di gloria. Ad accompagnarlo in questa crociata troviamo Boris Evdokimovič Ščerbina, interpretato da Stellan Skarsgård, Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e capo dell'Ufficio per il Combustibile e l'Energia. Lui è assegnato dal Cremlino a guidare la Commissione Governativa a Chernobyl dopo il disastro e nonostante si dimostri all'inizio piuttosto diffidente e scettico, gioca un ruolo fondamentale nel supportare le idee del professor Legasov. Sarà la loro storia di protagonisti inconsapevoli e di quella delle persone comuni a dare forza a questa serie e a farvi vivere la tragedia di Chernobyl. Io all’epoca dei fatti ero una bambina ma sono cresciuta con le immagini di bambini della mia stessa età a cui è stato tolto tutto e vedere la serie nonostante conoscessi a fondo la vicenda mi ha fatto vivere da protagonista la sofferenza e il dolore provato da ognuna delle persone che hanno deciso, qualcuno volontariamente altri perché travolti dagli eventi, di sacrificarsi per cercare di riparare l’irreparabile. Ora vi chiederete perché guardarla? Perché la storia ci insegna a guardare i fatti del passato per non ripetere gli stessi errori e io mi auguro che possa essere un monito di cambiamento per tutti noi e che non porti ad un immutato bilancio delle vittime come quello ufficiale sovietico. È immutato dal 1987 che è di 31.

 

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