Autore: Nic Pizzolatto

Attori: Woody Harrelson, Matthew McConaughey

Prima stagione: 2014

 

 

Il nostro giudizio: OTTIMO

Recensione: Maria Giovanna

 

Oggi vi vorrei accompagnare a fare un viaggio in America, ma non la solita America vista e rivista e super patinata, vorrei portarvi nel profondo sud-est, in una dimensione più selvaggia e reale di quelli che sono gli Stati Uniti.

Siamo in Louisiana, tra il 1995 e il 2012 e attraverso due detective Martin Eric (Woody Harrelson) e Rustin Spencer Cohle (Matthew McConaughey) ci dirigiamo nell’usuale scena di un crimine. Per chi non lo avesse ancora capito stiamo iniziando il nostro percorso all’interno della serie televisiva di successo True detective.

I due si ritroveranno davanti ai loro occhi qualcosa che non si era mai visto e, in un posto, che all’apparenza appare tranquillo come quello in cui abitano e lavorano. In aperta campagna, sotto un albero, è stato ritrovato il cadavere di una giovane donna vittima di violenze. La particolarità che colpisce subito è la posizione in cui viene trovata la giovane donna, ma anche i moltissimi oggetti e segni di esoterismo applicati su di essa. La polizia del posto appare, fin da subito, impreparata a dover affrontare una situazione come questa, mentre, sembra molto a suo agio “Rust”, trasferitosi da poco tempo e che dimostra fin da subito di avere grandi doti analitiche e di intuito nonostante un carattere riservato e a tratti chiuso che lo porterà ad avere un unico rapporto di quasi amicizia con il partner “Marty”.

Inizia così il viaggio per trovare la verità che si nasconde all’interno di una contea che sembra perfetta per custodire i peccati di chi ha deciso di sfruttare le sue strade poco battute, gli ambienti rurali, la povertà e l’ignoranza per dare sfogo alle sue pulsioni, e che porterà i due detective a confrontarsi con temi come quelle delle persone scomparse e sul quello più terribile e incomprensibile dei crimini, quello che va a colpire l’innocenza. L’ambientazione è resa magistralmente dai chilometri di strade che attraversano le paludi, campagne con sporadiche case di legno e le riprese dall’alto che donano agli immensi spazi un accentuato e allo stesso tempo ricercato senso di desolazione.

Insieme all’indagine viene anche sviluppato l’approfondimento dei vari personaggi: Marty e Rust sono la coppia meno affiatata che si sia mai vista, con il primo che si divide tra il lavoro con le sue vicende familiari e di coppia (la moglie è interpretata magistralmente da Michelle Monaghan); e il secondo, con un passato troppo lungo nella narcotici come infiltrato e nessuna voglia di essere compiacente con i colleghi. I dialoghi della serie sono assolutamente d’ispirazione e sapientemente scritti, ed è Rust ad alzare il livello sempre verso l’alto, le sue parole scorrono precise e voluttuose nel raccontare quella che possiamo definire la “sua” verità. Una verità che Marty, che rappresenta il tipico americano medio, non comprende e che anzi ripudia, nonostante sia l’unico nel distretto a riconoscere il talento di Rust e a difenderlo davanti ai superiori. Non potendo contare sulla simpatia, l’unico motivo per cui Rust non viene cacciato dal distretto sono gli straordinari risultati che raggiunge negli interrogatori. Marty invece è ben inserito nel contesto lavorativo e sembra avere buone possibilità di carriera; tuttavia anche lui appare vittima del suo lavoro a causa di quello che è costretto a vedere, a cui va aggiunta la difficoltà di stabilire un rapporto, non solo di facciata, con la sua famiglia.

Non si può non considerare l’ambientazione perché assistiamo ad un nuovo concetto di campo lungo le riprese racchiudono spazi che risultano amplissimi, pur restituendo un senso di chiusura reale. La fotografia restituisce i colori naturali ai luoghi, mentre la regia si sofferma attentamente sui particolari dedicando il tempo e lo spazio necessari a raccontare quello che le parole stanno tralasciando. La Lousiana si rivela un’ambientazione perfetta per gli argomenti trattati grazie alle sue arterie stradali che si diramano su pianure vastissime circondate da acqua e paludi; gli abitanti di quelle campagne appaiono logorati e sulle autostrade campeggiano cartelli con foto di persone scomparse. Una considerazione degna di nota: il doppiaggio italiano è tra i migliori in circolazione, con Adriano Giannini e Pino Insegno che prestano le voci rispettivamente a Matthew McConaughey e Woody Harrelson.

La prima stagione di True Detective merita un posto speciale nella storia dell’evoluzione delle serie televisive, dove interpretazione, tematiche e narrazione surclassano la maggior parte delle produzioni cinematografiche degli ultimi anni. Difficilmente si inizia a guardare True Detective senza rendersi conto delle sue peculiari qualità, ma più difficile ancora potrebbe essere aspettarsi che, una serie come questa, abbia conquistato in pochissimo tempo pubblico e critica. La casa di produzione HBO, la stessa che può vantare grandi successi come Six Feet Under, Il trono di spade, ha dimostrato la sua solita lungimiranza credendo nella serie creata da Nic Pizzolatto. Il romanziere, sceneggiatore, insegnante, produttore di origine italiana e statunitensi ha ideato, scritto e sceneggiato ognuno degli otto episodi della prima stagione, affidando la direzione a Cary Fukunaga. La serie ha vinto moltissimi premi nel 2014, l’anno di debutto, tra cui Miglior nuova serie televisiva e miglior regia. Matthew McConaughey e Woody Harrelson hanno invece ricevuto diverse nomination come migliori attori in una serie televisiva per le loro straordinarie interpretazioni.

Il perché di un successo così immediato va ricercato nel “come” partendo dall’utilizzo della parola “true” prima di detective. Questa ci permette di avere un’idea di quello che ci si può aspettare, ossia una serie che tratta il soggetto investigativo cercando di mostrarlo per quello che dovrebbe essere realmente: un lavoro duro, che porta chi lo fa a doversi confrontare faccia a faccia con i lati peggiori dell’essere umano.

True Detective cattura l’essenza più pura del noir: la schiaffa sulle nostre facce tramite la luce di esterni accecanti, per farcela vedere meglio. Perciò, cosa state aspettando per vederla?

 

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