Regista: Craig Gillespie

Produzione: Stati Uniti

Anno: 2017

Attori: Margot Robbie, Sebastian Stam

 

 

 

Il nostro giudizio: OTTIMO

Recensione: Maria Giovanna

 

Personalmente ho sempre avuto un debole per i film autobiografici o comunque che parlano di storie vere, realmente accadute. Credo che proprio il fatto di sapere che i personaggi messi in scena e la storia, seppur romanzata, fossero veri ha da sempre influenzata il mio metro di giudizio. Questo è successo anche con il film I, Tonya, incentrato sulla controversa vita della pattinatrice su ghiaccio Tonya Harding, interpretata da Margot Robbie, protagonista nel 1994 di uno dei più grossi scandali sportivi degli Stati Uniti d'America.

La Harding nasce a Portland, nell'Oregon e a soli tre anni viene instradata da sua madre LaVona a una carriera nel pattinaggio artistico: LaVona è una donna truce e violenta, che non le dimostra il minimo affetto né, tantomeno, un minimo di apprezzamento per il suo notevole talento. Nonostante un'infanzia e un'adolescenza difficili, Tonya riesce a diventare un'eccellente pattinatrice, ma a causa del suo essere priva di grazia e gareggiando con dei discutibili costumi fatti in casa, non riesce a sfondare. A soli 15 anni conosce Jeff Gillooly e pochi anni dopo decide di sposarlo solo per poter scappare dai frequenti abusi di LaVona. Purtroppo, anche il matrimonio si rivelerà molto turbolento infatti, Jeff, inizierà presto a picchiarla. Dopo l'ennesimo cattivo piazzamento in una gara, Tonya decide di licenziare la sua storica coach Diane Rowlinson e assume al suo posto Dody Teachman. Ad inserirla tra le migliori pattinatrici statunitensi sarà l’esecuzione corretta di un triplo axel durante i campionati mondiali di pattinaggio di figura del 1991 permettendole così di diventare la prima donna statunitense e la seconda in assoluto a riuscire in questa impresa.

A cambiare il destino e la carriera della pattinatrice sarà una lettera minatoria che la sconvolgerà. Jeff inizia a pensare che forse è il caso di spaventare nello stesso modo la rivale di sempre di Tonya, Nancy Kerrigan, e decide che è il caso di rivolgersi al suo amico Shawn Eckhardt. Un uomo che è solo alla ricerca di prestigio e notorietà e che ingaggerà due maldestri sicari perché aggrediscano la Kerrigan e le spezzino un ginocchio. L'aggressione avviene, ma i due inetti vengono ben presto catturati. Nel frattempo Tonya riesce a qualificarsi nella squadra olimpica ma lo scandalo la travolge e le esplode in faccia come un pacco bomba.

La storia viene narrata tramite segmenti di interviste ai protagonisti e ricostruzioni dei fatti che hanno riguardato la vita dell’atleta ma viene mescolato tutto insieme a all’ironia e alla verità che vanno a braccetto per tutta la durata del film, questo grazie anche alla fantastica attrice Allison Janney che interpreta la madre di Tonya e che dimostra, ancora una volta di essere nata per la commedia.

Il regista australiano Gillespie riesce in questa pellicola a costruire un dramma moderno e originale con uno stile anni ’90 senza perdere l’obbiettivo principale: raccontare la storia di Tonya Harding senza cadere mai in un melodramma estremo o ridicolizzare la vicenda in sé. Tonya rappresenta ed è l’incarnazione del sogno americano: da una vita fatta di abusi riesce a crearsi un avvenire promettente anche se poi viene drammaticamente distrutto.

La maestria del regista è quella di riuscire a mantenere sempre acceso l’interesse dello spettatore utilizzando delle tecniche narrative che spezzano quella che poteva diventare una trama monotona e grazie anche alle finte interviste dei protagonisti, fornite dagli attori, che mentre parlano si rivolgono direttamente al pubblico.

Il film mette in evidenza che Tonya, una volta esploso lo scandalo, rimane vittima del sistema mediatico e della mentalità americana che tende ad inghiottirti troppo in fretta per poi sputarti fuori con la stessa rapidità: prima star del pattinaggio artistico amata da tutti e poi la distruzione, l’annientamento. In America l’atleta verrà vista sempre come una sabotatrice ma io credo che con questo film e la straordinaria interpretazione di Margot Robbie, riusciamo a entrare in empatia con Tonya; da vittima a carnefice, da insicura ragazza di periferia ad arrivista e arrogante donna che non si pone scrupoli.

La pellicola mette in scena sullo schermo quella che è la mediocrità umana, ossia, provare a tutti i costi a costruire un futuro migliore sfondando nello sport, ambiente eccessivamente competitivo soprattutto quello del pattinaggio artistico, per poi puntatati i riflettori addosso nel momento del tuo fallimento.

 

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