SE UNA NOTTE DI INVERNO UN VIAGGIATORE

 

Autore: Italo Calvino

Anno: 1979

Ed: Mondadori

 

 

Il nostro giudizio: OTTIMO

Recensione: Francesco Lanari

 

Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo Se una notte d'inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell'indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là c'è sempre la televisione accesa. Dillo subito, agli altri: «No, non voglio vedere la televisione!» Alza la voce, se no non ti sentono: «Sto leggendo! Non voglio essere disturbato!» Forse non ti hanno sentito, con tutto quel chiasso; dillo più forte, grida: «Sto cominciando a leggere il nuovo romanzo di Italo Calvino!» O se non vuoi non dirlo; speriamo che ti lascino in pace”.

 

Dopo un’introduzione così è veramente difficile chiudere il libro. Ti verrebbe voglia di leggerlo tutto d’un fiato proprio perché descrive una situazione comune: a chi non è mai capitato di provare a rilassarsi una mezz’oretta, sul divano o sul letto, con un bel libro dopo una giornata di lavoro o di studio e di sentire nell’altra stanza i genitori o i figli con la televisione accesa ad un volume assordante? Infatti, una delle prime regole per la stesura di una sceneggiatura cinematografica, ci insegna il professor David Howard, è quella di far identificare lo spettatore con il personaggio facendo compiere a quest’ultimo un piccolo gesto quotidiano e abituale che conquisti subito la simpatia dello spettatore (ad esempio nel film “La finestra sul cortile”, il protagonista Jeffries è bloccato sulla sedia a rotelle con una gamba rotta e gli prude sotto il gesso). In questo romanzo di Calvino Si raccontala storia di un Lettore che, nel tentativo di leggere il romanzo “Se una notte d’inverno un viaggiatore”, è per ragioni sempre differenti (come ad esempio una sbagliata impaginazione del libro) costretto a interrompersi e intraprendere la lettura di un altro libro, il quale, a sua volta, presenterà altri problemi e altri errori. Obiettivo del Lettore è risalire al romanzo completo e finito. Seguendo questo scopo si imbatte nella Lettrice, che anche lei ha dovuto interrompere la lettura del romanzo per gli stessi problemi successi al Lettore. I due inizieranno una curiosa e divertente ricerca, che li porterà ad imbattersi in un’organizzazione che ha il compito di falsificare i libri. Mi fermo qui, non posso dirvi altro. Con questo romanzo Calvino, secondo me, dà il meglio di sé. È riuscito magistralmente ad essere ben dieci autori diversi, ognuno caratterizzato dal suo stile che lo contraddistingue (infatti ci sono dieci incipit differenti per ogni libro che il Lettore legge). Attraverso questo procedimento non è solo il personaggio Lettore a rimanerci deluso, ma anche noi, in quanto sappiamo che l’incipit che andremo a leggere prima o poi si fermerà bruscamente lasciando la storia cominciata a metà. Ci arrabbiamo, quindi, sia noi che il Lettore. Il punto debole che ho notato io è che qualche incipit alla lunga annoia. Non vi dico quale di preciso, perché altrimenti ne sareste condizionati e appannerei la vostra lettura. Ecco, se io fossi stato Calvino non avrei mai prolungato un incipit per più di sei pagine! Resta il fatto che ogni volta che si legge un autore appassionante e importante come Calvino, non si può fare a meno di sottolineare qualche frase, ma questa volta la struttura del romanzo non ne permette l’inserimento.

 

Per chi ritiene che questo libro non ha senso, in quanto non ha un vero inizio e una vera fine, rispondo con le parole di Calvino:

“Lei crede che ogni storia debba avere un principio e una fine? Anticamente un racconto aveva solo due modi per finire: passate tutte le prove, l'eroe e l'eroina si sposavano oppure morivano. Il senso ultimo a cui rimandano tutti i racconti ha due facce: la continuità della vita, l'inevitabilità della morte”.

 

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