TENERA E' LA NOTTE

 

 

 

 

 

Autore: Francis Scott Fitzgerald

Anno: 1949

Editore: Einaudi

 

 

Il nostro giudizio: BUONO

Recensione: Cristina Giammito

 

Dick Diver è un americano che svolge la professione di psichiatra durante il primo dopoguerra. Abbandonato l'impiego in seguito al trasferimento in Francia, sposa una sua ex paziente, Nicole, donna benestante che gli permette di condurre una vita piena di sfarzi e ricchezze. Ignorando le parole dei colleghi, i quali gli consigliano di non gettarsi in una storia destinata ad essere insana, Dick percorre la sua strada con decisione, mostrando grande amore per la donna.

A rompere il suo dorato equilibrio è la conoscenza di Rosemary, fanciulla appena sbarcata nel caotico mondo hollywoodiano, durante una vacanza in Costa Azzurra. La storia si scompone in disparate linee che spesso sfuggono al controllo del lettore e lo gettano nello smarrimento. Una serie di personaggi arricchiscono una trama incentrata sulla potenza di un amore semplice, quasi pervaso dall’innocenza fanciullesca, visto come peccato, in grado di portare tremori alle certezze, in netta contrapposizione a quello consolidato nel tempo, suggellato dal matrimonio, ma logorato fin nel profondo tra Dick e Nicole. Questi si trova in un limbo che lo getta nello sconforto e lo rende estremamente vulnerabile in quanto vede, attraverso la giovinezza di Rosemary, le mancanze presenti nel suo rapporto corroso dalla schizofrenia della moglie la quale lo ha spinto nella gestione rigida della loro relazione, come se non si fosse mai spogliato delle vesti di dottore. Inoltre, la trama è contaminata dalla presenza prepotente dell’eccesso che si traduce in sperpero di denaro e decadimento come conseguenza diretta di fama e ricchezza.

Il susseguirsi degli eventi è frammentario, apparentemente slegato dalla vicenda padroneggiante; i protagonisti effettivi, ovvero Dick, Nicole e Rosemary, s’infangano in apparizioni e scomparse portando scompiglio alla linearità di una trama suscettibile a frequenti traballamenti. Ciò comporta disordine in termini d’interpretazione, portando inevitabilmente il lettore alla distrazione. Il talento di Fitzgerald è innegabile, lo stile è fluido, la ricchezza sia sintattica che lessicale rendono il testo vario e piacevole alla lettura e v’è pieno riguardo per la complessità psicologica dei personaggi. Tuttavia, è doveroso muovere una lancia a sfavore dell’opera la cui dispersione, a mio parere, toglie una buona dose d’interesse che altrimenti avrebbe.

 

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