PALAZZO CASTIGLIONI - MILANO

 

 

Recensione: Marypollon

 

 

 

Sempre bello celebrare la città che ci ha accolti mentre studiavamo, con una gentilezza ed un affetto discreto, ma costante in occasione del centenario della morte di Giuseppe Sommaruga, il simbolo della cui arte è Palazzo Castiglioni, in Corso Venezia.

In questa cornice mentale, del collegamento tra i luoghi ed il dinamismo di chi li abita, celebriamo quindi Palazzo Castiglioni.

 

E’ uno dei più interessanti esempi dello stile Liberty in Italia.

Il suo autore, Giuseppe Sommaruga, contribuì a ridefinire lo stile dell'Art Nuveau ispirandosi direttamente al vero, al vegetale ed al floreale. Particolarmente rilevante il fatto che sia stato ceduto dalla famiglia proprietaria nel 1967 all'Unione del Commercio che l'acquisì per farne la propria sede principale (segnando quasi un simbolico passaggio di poteri...).

 

Occorre ricordare come Castiglioni, ingegnere, commissionò, a partire dal 1900, la costruzione del palazzo sul corso che ospitava i nobili palazzi milanesi (e.g. palazzo Bovara legato a Stendhal), una costruzione che si sarebbe fatta notare rispetto ai soliti palazzi grazie ad interessanti soluzioni.

 

Il liberty incarna infatti le aspirazioni della nascente borghesia ed il desiderio della medesima di essere rappresentata nel momento in cui diviene protagonista, simbolo di intraprendenza e della libertà di fare, dell'imprenditoria cittadina industriale.

Tecnicamente: il basamento dell’edificio riprende la forma naturale della roccia mentre le altre decorazioni sono in stucco riprendendo lo stile settecentesco.

 

Elementi degni di nota: sala dei pavoni, le scalinate, particolarissima la storia delle finestre e delle decorazioni in pietra e cemento all'ingresso. Il bello floreale, il ferro battuto, l'uso degli affreschi, il simbolico pavone, il glicine, la presenza - forse - di elementi massonici ed esoterici.

In pochi termini: il ritorno alla natura come ordine, libertà e bellezza.

A decorare l'ingresso due grandi statue ai lati del portone (di Ernesto Bazzaro) figure femminili, cariatidi, allegorie della pace e dell’industria, donne prosperose e seminude. Queste scandalizzarono i ben pensanti dell’epoca e il palazzo, sarcasticamente, fu ribattezzato “Cà di Ciapp” o palazzo delle natiche; furono pertanto portate dall'architetto Sommaruga a decorare un'altra sua opera, la clinica Columbus.

 

Da ringraziare in particolare per i dettagli forniti: ITALIA LIBERTY un progetto di Andrea Speziali che nasce dal desiderio di rivalutare e far conoscere il ricco patrimonio Liberty in Italia e i valori di cui era portatore.

 

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