Autrice: Nemesys

Grafiche MDM-Forlì

anno:2016

 

 

Il nostro giudizio: BUONO

Recensione: Erika K.Biondi

 

TRAMA:

Romanzo autobiografico, la storia di una vita raccontata dall'infanzia ai giorni nostri, un dedalo di emozioni e avvenimenti che hanno segnato l'esistenza della protagonista portandola a riflettere sul senso dell'essere al mondo e domandandosi se davvero per ognuno di noi esiste un destino già segnato e imprescindibile.

La trama è semplice e abbastanza lineare con un prologo che fa pensare e una bambina molto attaccata a un padre amorevole, con una madre quasi dittatoriale e priva di affettività in una famiglia che tale non pare date le dinamiche che animano il racconto. Matrimoni che risultano fallimentari e relazioni interpersonali che evidenziano un fondo di opportunismo.

RECENSIONE:

La copertina del libro è un'opera della pittrice Lilliana Scocco dal titolo “Energia solare”come a voler anticipare al lettore che la vita è uno scambio di energie e che siamo parte di un universo e di un destino forse predefinito.

Il testo è auto prodotto dall'autrice con un packaging degno di nota e non lasciato al caso, come del resto la minuzia dei particolari descritti e i dettagli che aiutano il lettore ad immedesimarsi nella storia facendosi carico delle domande che pressano la vita esistenziale dell'autrice.

Ancora di salvezza sembra essere il lavoro di insegnante e il rapporto positivo con i ragazzi che alleggeriscono le tensioni della quotidianità, e la vicinanza di questa amica chiamata “il mio Angelo” che appare una sorta di faro nella tempesta pronta al supporto emotivo senza condizionare, una presenza quasi eterea descritta con delicatezza e affetto con un sapore quasi stilnovista.

Una vita fatta di stenti e dolori fisici ed emotivi, inganni e rari momenti di serenità, non scrivo felicità perché appare quasi una chimera.

Nelle conclusioni viene citato Karol Wojityla con la frase significativa di “il Male esiste ed è fra noi” e “Pentitevi! Verrà il giudizio di Dio” ricollegandosi alla prefazione in cui si parla della credenza degli antichi egizi secondo cui dopo la morte veniva pesato il cuore e in base alle azioni della vita si poteva accedere alla vita eterna nell'aldilà o alla morte definitiva; una sorta di messaggio che dice che nonostante le sofferenze, vivere in maniera limpida porterà comunque a una sorta di salvezza ultraterrena.

Scrittura un po' lenta e in certi momenti un po' pesante, con un ritmo a volte difficile da seguire. Una serie di eventi sfortunati che provocano delusione, amarezza, tensione, ansia nella scrittrice e che emergono dal testo investendo psicologicamente il lettore mettendolo talvolta in difficoltà.  Un labirinto di negatività quasi eccessiva in cui la società moderna la fa da padrone evidenziando le fortissime mancanze e un bisogno quasi smodato di dover raggirare l'altro al fine di poter ottenere lustro e lucro...ancora fatico a capacitarmi dell'esistenza di tanto rancore e sangue freddo.

 

CONSIDERAZIONI FINALI:

Storia/non storia, più un trattato, un manifesto fatto per far sapere al mondo che è stato parte di questa donna per tutta la sua vita che alla fine c'è sempre un contrappasso. Una sorta di grido silenzioso di cui le persone che hanno fatto parte di questa vicenda sapranno cogliere il suono. Credo che la scrittrice abbia fatto una sorta di viaggio introspettivo denunciando le ingiustizie che la vita le ha riservato ma in primis le persone che l'anno attorniata per una vita.

Il titolo “Slave”: schiava, parla chiaro; schiava di una situazione non scelta e incatenata al proprio buon cuore e all'ingenuità propria di certe persone che porta come un boomerang a raccogliere di rimando tensioni e insoddisfazioni. Schiava del male ma capace di ribellarsi e pronta a esternare le ingiustizie rendendole pubbliche.

Un puntare il dito diretto senza mezze misure in cui chi chiamato in causa capirà: “Persone insospettabili, tra cui anche religiosi, o laici che frequentano le chiese e le associazioni benefiche usano queste attività per mostrarsi diverse da quello che sono nella realtà più intima. Questi individui hanno fatto della falsità un abito, dell'avidità di denaro il proprio Dio, della maldicenza un  piacere, del tradimento un modo di vivere. In queste persone dimora il diavolo, subdolo e ingannatore, difficile da individuare” “La salvezza finale sarà la gioia profonda di chi ha patito in vita, mentre la dannazione eterna castigherà chi ha vissuto nell'inganno, nel latrocinio, nel vizio. E' la Nemesi, la “giusta vendetta”, il finale per tutti noi che, se saremo giusti, almeno negli umani limiti, non avremo timore di affrontare”.

Da leggere per riflettere.

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