Autrice: Angela Madonia

Anno: 2020

Editore: Athenaeum Edizioni Universitarie

 

 

Recensioni: Alessandro Bavuso, Alessia Priori

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Il mio giudizio: BUONO

Recensione: Alessandro Bavuso

 

TRAMA:

 

In questo libro l'autrice, come si evince dal titolo stesso, ci racconta gli ultimi quarantacinque giorni di vita della madre e, come questi la portino a riscoprire il rapporto con essa. Dopo una breve premessa introduttiva, in cui Angela ci racconta di come tempo prima avesse già perso il padre e gli eventi che l'hanno portata a lasciare la sua terra per studiare canto, ci viene subito presentata sua madre Concetta (o meglio Concita come amava essere chiamata). Angela, dopo il suo trasferimento che la porta lontana dalla sua terra natale, date le condizioni di salute della madre decide di portarla con sé a Bologna, dove si è appunto trasferita. Da questo momento in poi la narrazione entra nel vivo e ci vengono raccontati dapprima gli eventi che condurranno al ricovero di Concita e poi quei dolorosissimi, ma al tempo stesso importantissimi, quarantacinque giorni. Durante questo periodo, infatti, vediamo le condizioni di Concita peggiorare molto velocemente, ma al tempo stesso una grande forza e voglia di vivere da parte della stessa, una forza che perfino la figia non immaginava potesse avere. I giorni passano inesorabili e Angela impara a conoscere meglio la madre, riscopre con emozione ed esterna con grande intensità quel sentimento d'amore verso la madre che per anni le era stato difficile dimostrare. Dall'altro lato Concita continua a crederci e lottare fino in fondo con un'impressionante gioia di vivere, arrivando persino a scherzare sulla sua condizione e continuando a godere di ogni momento con la figlia, i parenti e gli amici fino allo strenuo delle forze. Il finale del libro è palese fin dal titolo: alla fine il cancro si porterà via Concita, ma senza strapparle via quell'ingenuità quasi fanciullesca e quella gioia di vivere che la caratterizzavano. D'altro canto Angela, capirà quanto preziosi siano stati questi dolorossissimi e difficilissimi quarantacinque, ultimi, giorni.

 

RECENSIONE:

 

Il libro di Angela va approcciato guardando al messaggio che l'autrice vuole trasmettere raccontando questa dolorosa e personalissima esperienza di vita, richiede di immedesimarsi e, vivere l'intensità delle emozioni che trasmette. Angela ha scelto di raccontare la vicenda come l'ha vissuta, in prima persona, senza filtri, nuda e cruda, esponendosi e lasciando entrare il lettore nel suo mondo, raccontadogli una parte importante della sua vita e di quella di sua madre. Come lei stessa spiega alla fine della narrazione, lo ha fatto per permettere a tutti di saperne di più del cancro, di come riesca ad essere improvviso e rapido, ma anche di tutto ciò che si deve affrontare durante il periodo della malattia. Angela ci mostra due punti di osservazione diversi: da un lato quello della madre che il cancro lo ha avuto, vivendolo in prima persona, mostrandoci il graduale decadimento fisico e il calvario afforntato. Dall'altro, il proprio, che si trova a fare i conti non solo con il dramma della perdita ma anche a confrontarsi con quello che sarà il proseguio della propria vita che non sarà più la stessa. Tramite il racconto impariamo non solo a conoscere le due protagoniste, ma scopriamo un pezzo moto importante della vita dell'autrice che ha deciso di condivire con noi, un'esperienza durissima che però ci porta  a riflettere. In fine, a dare più enfasi e immedesimazione a quanto raccontato ci sono alcune fotografie, quasi tutte in bianco e nero (una scelta stilistica davvero azzeccata), degli scatti decisamente privati che Angela ha deciso di aggiungere a corredo di quanto scritto, che mostrano una volta di più l'intensità di quelli che sono i momenti più significativi di quei quarantacinque giorni.

 

CONSIDERAZIONI FINALI:

 

Per concludere, voglio soffermarmi  un po' sugli aspetti più tecnici della scrittura e sullo stile. Angela Madonia non è una scrittrice di professione e anch'essa a fine libro sottolinea questo aspetto, ribadendo di essere una cantante, ma ritengo che nel complesso abbia fatto un buon lavoro di scrittura. La vicenda è raccontata con semplicità e con crudezza, ma non nel senso che evoca di per sé immagini forti, anzi a tratti si percepisce soprattutto una grande dolcezza, bensì mostra il susseguirsi degli eventi per quello che sono stati, cercando di trasmettere a pieno le emozioni vissute. Lo stile è piuttosto scorrevole e, anche non essendo una scrittrice professionista, Angela riesce ad essere molto abile nel comunicare il messaggio che intendeva tramettere sia in senso divulgativo (nel voler mostrare cosa sia l'esperienza dell'avere una persona cara malata di cancro), sia nel riusciere a stimolare una riflessione. Inoltre, ho trovato molto coinvolgente il ritmo della narrazione, che viene scandito ancor più dal riportare la data degli eventi ad inizio capitolo, aspetto narrativo che aumenta sì il senso di angoscia ma al tempo stesso l'immedesimazione. Si percepisce lo scorrere del tempo e la sensazione che ad ogni pagina ne resti sempre meno, fino ad arrivare agli ultimi giorni, dove sempre più momenti della giornata vengono raccontati, facendone sentire l'importanza, ogni attimo conta, ogni istante ha valore...fino all'ultimo. In conclusione, il libro di Angela si caratterizza per una forte intensità narrativa, uno stile semplice ma coinvolgente, nel quale l'autrice è riuscita a infondere molte delle emozioni vissute, lanciando un chiaro messaggio e dando modo di riflettere. Raccontandoci una parte davvero dolorosa ed importante della sua vita e di quella di sua madre, è riuscita a dare tanto ai suoi lettori.

 

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Il mio giudizio: DISCRETO/BUONO

Recensione: Alessia Priori

 

Mamma torna presto è una storia autobiografica, composta di vicende comuni e intrinseca di una triste normalità: Angela racconta del proprio rapporto col padre, perso da giovanissima, appena maggiorenne; riassume poi la profondità del legame che instaura con la madre, Concita, e che nonostante il trasferimento da Catania a Bologna per studiare canto, rimane saldo e imperturbabile. Seguono i primi sintomi della malattia, nascosti con un sorriso e un “Non preoccuparti, va tutto bene”, perché si sa, nessun genitore vorrebbe preoccupare il figlio. Da allora la situazione peggiora con un climax ascendente, fra pianti, canzoni, letti di ospedale e speranze; fra le righe compaiono immagini, foto di vita vissuta che allontanano l’opera dalla letteratura e la avvicinano alla testimonianza, alla dimensione social e “bloggista”. Angela racconta in modo diverso, nuovo e sincero le emozioni, i pensieri, le paure e anche le consapevoli illusioni di chi vede una persona amata spegnersi lentamente davanti a sé, senza mai perdere l’amore per la vita.

“E perché non se ne parla? Perché tutti sanno tutto, ma te lo dicono dopo? Questo è uno dei motivi per cui ho voluto scrivere la nostra storia, raccontarla tra le pagine di un libro, nuda e cruda, anche se non sono una scrittrice”.


Angela Madonia infatti non è una scrittrice e Mamma torna presto non è un libro tradizionale, ma piuttosto una testimonianza, un flusso liberatorio di chi ancora sta elaborando una grande perdita e per farlo si serve delle parole. La sintassi semplice, le frequenti anafore, il tono colloquiale e la meta-narrazione sono tutti elementi che sottolineano la mancata professionalità dell’autrice. L’assenza di letterarietà del testo, insieme alla sua immediatezza, può rendere difficile empatizzare per chi non abbia vissuto la stessa esperienza; inoltre, poiché l’esito dello scritto è reso manifesto sin dal sottotitolo (Mamma torna presto – gli ultimi 45 giorni di Concita), la storia potrebbe correre il rischio della scontatezza a una lettura superficiale. In realtà l'immediatezza è il vero punto di forza del lavoro: è indubbio che l’autrice lasci l’anima fra queste pagine e si mostri al lettore in tutta la sua imperfetta umanità, offrendo a chi vuole uno spaccato di vita vissuta, senza artifici retorici o abbellimenti. 

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