Autore: Andrea Camilleri

Anno: 2018

Ed: Sellerio

 

Il nostro giudizio: MOLTO BUONO

Recensione: Sylvie Labella

 

Ci sono delle cose che scaldano il cuore. Poche, piccole semplici cose. Le puoi contare sulle dita di una mano.

Come in quel film di Woody Allen, sono le cose di cui non puoi fare a meno. Quelle che ti porteresti su un’isola deserta, a soccorrerti in caso di naufragio. Il tuo Wilson di emergenza, per intenderci. 

Hanno quel sapore fragrante (o forse anche un po’ nostalgico?)...sanno di giornale da sfogliare col caffè caldo la mattina. Ad esempio: rinuncereste mai a godervi un tramonto in riva al mare col sottofondo della vostra musica preferita, magari un po’ di sano blues? Pensando di fermare il tempo, azzerandolo a questo frammento di assoluta perfezione.

Di queste poche, semplici ma essenziali cose fanno parte i romanzi di Camilleri. E i suoi Montalbano, ovviamente. Da leggere sotto l’ombrellone o cullati dal dondolio di una barca a vela. Magari prima della siesta, giusto dopo aver pranzato con un ottimo pesce, da sentirne ancora lo “sciauro” nella “vucca”. 

 

Perché non si può fare a meno dell’universo variopinto di Montalbano. Tanto più adesso, che l’età inizia ad avanzare per il nostro commissario: ma lui, come il vino, si fa più “buono”, gli angoli del suo carattere tendono a smussarsi, qualche volta si sorprende pure a intenerirsi. E a innamorarsi come “nu picciliddro”. 

Quest’ultimo delitto da risolvere si appalesa molto diverso dai soliti... la vittima è un personaggio complesso, dalla doppia, multipla personalità. A incuriosire Montalbano c’è il fatto che si trattava di un regista di teatro amatoriale, molto impegnato nel suo lavoro. Quale miglior occasione per parlare della più grande passione di Camilleri, a cui lo scrittore si è dedicato per tutta la vita? Il teatro diventa il reale protagonista di questo nuovo romanzo, con colpi di scena finale che non possono, come sempre, mancare.

Una grande dichiarazione d’amore, che emerge dalle righe del nostro tascabile. Un  velo di nostalgia e di malinconia, come l’amaro del caffè che resta in bocca, e’ la scia lunga, finale, del nostro giallo. A ricordarci che gli anni non passano solo per Montalbano... e che anche il suo autore, nonostante tutto, non si dà (giustamente) per vinto.

Comunque sia: in qualunque modo sia andata, o andrà, la vostra estate, con Montalbano accanto niente di veramente brutto potrà mai succedervi. Perché lui ha il dono di renderci tutti delle persone migliori.

 

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