Autore: Francesco Memoli

Anno: 2016

Ed: Mondoscrittura

 

 

Il nostro giudizio: MOLTO BUONO

Recensione: Erika K. Biondi

 

TRAMA:

Se i momenti importanti della vita fossero contrassegnati dalla musica, quella giusta, quella che ti segna dentro, quella che mette gli accenti nelle relazioni importanti...quanto sarebbe bello..purtroppo, non si sa perché, non è mai così.

Giulio è un musicista, persona come tante, lavoro da fattorino,  artista nel cuore, sognatore; attorno a lui ruotano Daria, la ex,  nonché amica, punto fisso, che quando hai bisogno c’è sempre; Roberto, l’amico e collega, con cui ci si confronta, con cui ritrovarsi in sala prove e tra discorsi di filosofia e dilemmi sul dramma dell’esistenza scaturisce l’idea del furto, quello da film, che potrebbe cambiare la vita a tutti.

Una serie di coincidenze, incontri, messaggi, prove musicali, brani...e una playlist sulla storia della vita, di quelle in cui chiunque si riconosce, una scatola chiusa con cui fare i conti e da cui si vuole necessariamente evadere.

 

RECENSIONE:

 

Francesco Memoli è uno di quegli scrittori che parla della “giungla” del quotidiano con la sua schiettezza e sensibilità facilmente riconoscibili, in un sali e scendi di termini diretti, alle volte sopra le righe, ma con la delicatezza di una mente femminile.

Partenza un po' in sordina, come nel suo stile, poi la storia decolla e ti ritrovi avviticchiato nel dedalo dei personaggi e della vicenda senza possibilità di fuga.

La trama segue una dinamica abbastanza comune, con le problematiche che attanagliano l’italiano medio e con una situazione non lontana dallo standard: questo ne fa un prodotto interessante e facilmente fruibile da tutti. Giulio è prigioniero della propria “noiosa” quotidianità, scontento, non appagato, sogna di fare il musicista, sarebbe la realizzazione di un obiettivo poter vivere di questo, ma, aimeh, mancano i fondi, perché il suo lavoro non solo lo assorbe, ma lo stipendio non permette voli pindarici.

La storia è scritta da un compositore, si approccia come la copertina di un album discografico sviluppandosi in “TRACK”, tracce, che sostituiscono i capitoli convenzionali, come se si stessero ascoltando brani.

Un richiamo al passato è la tematica del bisogno di evasione, con la necessità di trovare un escamotage:  al momento strada verso l’Eldorado sembra davvero essere il riuscire a sopravvivere come in una colonna sonora.

Francesco, come sempre è uno scrittore accattivante, semplice, come già anticipato, immediato, sublime nel suo essere diretto, a tratti irriverente eppure sempre graffiante e incisivo quando si parla di male di vivere e intenzione di ergersi a uno stato di appagamento.

Nella storia ci sono personaggi che assumono tridimensionalità: una di questi è Daria, la ex ragazza di Giulio, che subito pare essere il palliativo per sopportare il piattume della quotidianità di quest’ultimo, poi diviene presenza costante, un punto fermo, il porto sicuro a cui fare ritorno e dove potersi lasciare andare abbassando la maschera senza remore o il timore di essere giudicati.

Incognita è Livia, la ragazza incontrata una sera per caso, inafferrabile, una sorta di sogno proibito, tanto carica di fascino e di mistero proprio per la sua volatilità, eppure tutti ci chiediamo se e come Giulio riuscirà a viverla. Lui è una sorta di pallina impazzita del flipper, in lotta per la sopravvivenza: il disappunto è tangibile, il male di esistere toglie letteralmente l’aria creando un reale senso di oppressione e di soffocamento, come in una novella del Verga traslitterata ai giorni nostri in cui non esistono vincitori, ma vinti, quei vinti che fanno la storia, del loro vivere senza potersi ergere, messi in ginocchio dalla vita. Giulio ci prova, anche se in maniera non proprio convenzionale, indossando pubblicamente una “maschera” nel vero senso del termine. Chi vincerà la partita?

 

 

CONSIDERAZIONI FINALI:

Una sorta di album musicale, raccontata in prima persona da chi la musica la fa e vorrebbe farla anche bene, un pentagramma in cui le note diventano i personaggi e le emozioni tra le righe del quotidiano in un sali e scendi di toni fanno da sfondo.

Chi ha già letto la mia recensione precedente avrà capito che a me questo scrittore piace molto, per il suo modo di scrivere fresco e pulito, senza tanti orpelli o voli pindarici. Storie immediate che affrontano problematiche comuni senza volersi ergere di prepotenza a opere di letteratura, ma che nel loro piccolo parlano della vita reale, affrontano problematiche comuni a molti, si scontrano con le insofferenze, con le paure, con lo strato di frustrazione sottile che alla lunga logora.

Si legge del vicino di casa, di un amico, di noi, si metabolizza la lotta giornaliera per arrivare, dopo tante peripezie al raggiungimento di uno stato di “NIRVANA” (bravo a chi ci riesce davvero).

Buon testo narrativo, breve, pulito, interessante, che come una buona musica continua a risuonare nella memoria anche dopo...la verità sta in poco posto posto: Memoli ci piace assai!

 

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