Autore: autori vari

Anno: 2017

Ed: Universitas Studiorum

 

 

Il nostro giudizio: OTTIMO

Recensione: Marypollon

 

Se devo morire per esserti nemico, almeno posso dire di essermene andato per mano di un mio pari. Il disgusto che provo per la tua razza si è dissolto.

Meravigliosa raccolta di racconti edita da Universitas Studiorum, che si prefigge di ricordare un passato che purtroppo o per fortuna non è più quasi in alcun modo collegato al nostro presente, con le sue problematiche cosi diverse.

Il volume raccoglie i racconti, di fantasia o ispirati a fatti realmente accaduti, selezionati in seguito a un concorso pubblicato a livello nazionale, che avessero come tema la Liberazione e la fine del secondo conflitto mondiale.

Un passato che è stato portato alla luce solo grazie alla tradizione orale espressa verso nipoti o pronipoti nei quali, dopo vicende vissute cosi' oscure gli occhi dei "vecchi" vedevano finalmente riflessa la speranza di un mondo realmente migliore.

Purtroppo il sogno di una risoluzione pacifica delle controversie solo in parte si è realizzato dato che la guerra ad oggi non 'è più solo fisica, ma è anche e prevalentemente "economica" , nei tempi attuali sicuramente non più eurocentrici nei fatti.

L'obiettivo di quest'opera diventa quindi il sottolineare l'importanza del ricucire i rapporti dopo un conflitto, che li rompe in modo violento e che li fa rinascere in modo nuovo, e che al contempo porta alla nascita di legami diversi, portando alla riconciliazione in primis con noi stessi, e poi con chi ci sta attorno, per finire con il riconciliarci in via definitiva con il nemico.

Particolarmente evocativo il racconto di piccole vicende famigliari, a cui noi tutti possiamo fare appello nella memoria, quali ad esempio il racconto dei bombardamenti - mentre il Piave con i suoi morti ancora mormora nei ricordi, i morti assieme ai vivi nelle trincee, come i serpenti o le talpe,la recita del rosario collettivo nei rifugi, la scelta di quale figlio far studiare, il ricordo di aromi di cui abbiamo sentito parlare dai nonni, quale il caffè con la cicoria, il ruolo dei partigiani e di alcuni esponenti della Chiesa nel difendere i compaesani dai rastrellamenti tedeschi, la prigionia in Russia, gli amori tra i soldati tedeschi - o i liberatori -e le donne del posto, che portano a nuove famiglie, l'uso delle tessere per comprare gli alimenti, gli uomini di colore difficilmente visti prima nella profonda provincia italiana.

La modalità con cui l'inevitabile passaggio generazionale avviene fa sì che gli eredi di chi ha vissuto quel terribile periodo possano fare proprie le esperienze dei propri avi e riproporle nelle condizioni dettate dai tempi attuali, cosi diversi, facendole interagire con la propria personalità.

Chi si è trovato nella condizione di vivere gli orrori e le sofferenze della guerra ci ha lasciato la propria storia, su cui riflettere, e la speranza di un mondo migliore.

Sta a noi ora non rimanere indifferenti e passivi davanti alle più disparate minacce rivolte alla pace e alla libertà.

Contro chi intende minare questi principi fondamentali, che sia in nome di una fede religiosa o delle ragioni di potenti lobbies, possiamo e dobbiamo fare tutti una guerra culturale, facendo sentire a voce alta il nostro dissenso, o combattendole con le modalità che il nostro status ci permetterà.

Senza accorgermi smetto di piangere e sorrido .Non sono potuta essere orecchie per ascoltare i miei nonni, né occhi per vedere i luoghi della guerra. Ma sarò parole per ricordare, sarò mani per scrivere un monumento che chiunque, in qualunque parte del mondo potrà vivere e visitare seduto sulla sua poltrona.

Sarò una nota musicale, nella speranza di trasmettere una melodia che faccia capire a chiunque che il mondo è composto di musiche dove ogni nota è essenziale, unica e troppo preziosa per essere sprecata con la guerra. Perché ogni nota è una vita, e insieme formano la grande melodia della Vita.

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