Produttore:: Ron Ames, Christopher Newman

Produzione: Stati Uniti d’America

Anno: 2022

Attori: Morfydd Clark, Lenny Henry, Sara Zwangobani

 

 

 

Il nostro giudizio: discreto

Recensione: Massimo Giachino

 

 

                         

Arriva la serie cinematografica che ci proietta nuovamente nel mondo creato da J.R.R. Tolkien, promettendo di svelarci come furono creati gli Anelli del Potere.

 

TRAMA

Siamo nella II° era della Terra di Mezzo, ovvero circa 1000 anni prima degli eventi narrati nella saga cinematografica de Il Signore degli Anelli. Gli unici punti di congiunzione tra questi mondi così distanti sono appunto gli Anelli del titolo e un personaggio, Lady Galadriel, dama elfica che abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare.

Lei sembra l’unica a credere, nonostante lo scetticismo di tutti gli altri, che Morgoth, meglio conosciuto come Sauron, stia tornando. I segni rinvenuti durante il suo peregrinare sono inequivocabili, ma il pensiero comune è che la sua testardaggine in tal senso sia dovuta alla ferita mai rimarginata della perdita di suo fratello, avvenuta per mano di Morgoth stesso.

Parallelamente alla sua storia assisteremo allo svolgimento di altre vicende che andranno inevitabilmente ad intrecciarsi allo Storyboard principale e che riguarderanno altre creature della Terra di Mezzo oltre agli elfi, ovvero nani, orchi, umani, pelopiedi e un misterioso straniero, la cui identità sarà solo suggerita…

L’epilogo di questa prima stagione vedrà, come facile intuire, la creazione dei suddetti anelli e la rivelazione che Sauron,sia effettivamente pronto a tornare con il suo regno delle tenebre.

 

 

RECENSIONE/CONSIDERAZIONI FINALI:

Dopo una gestione piuttosto travagliata legata ai diritti di sfruttamento delle opere di Tolkien, vede finalmente la tanto attesa serie, diventata in breve il più grande investimento ad oggi del settore, voluta fortemente da Jeff Bezos patron del colosso Amazon, che fin dai primi minuti della serie stessa non nasconde la grande ambizione che pervade il tutto.

E’ stato fatto un enorme investimento finanziario che probabilmente verrà ripagato in breve tempo. La spasmodica attesa che si è andata a creare per l’uscita non è stata tradita, registrando numeri imponenti di spettatori, animati dalla grande voglia di tornare nella Terra di Mezzo.

Ma, qualitativamente parlando, sono state rispettate le promesse? Prima di rispondere va fatto un piccolo passo indietro. Va sottolineato come i diritti acquistati da Bezos non riguardino l’intera opera letteraria di Tolkien, ma solo alcuni stralci frammentari dei suoi scritti, e per forza di cose si è dovuto ricorrere ad arrangiamenti ed adattamenti originali, che potranno far storcere il naso ai puristi della saga, soprattutto quella letteraria.

Detto ciò, passiamo ad analizzare le prime 8 puntate da un’ora abbondante ciascuna che costituiscono la prima e discussa stagione de Gli anelli del Potere.

Partiamo dai punti di forza. Senz’altro le ambientazioni e la ricreazione delle città e della Terra di Mezzo in generale. E’ evidente fin da subito il grande sforzo a livello di scenografie ed effetti speciali che è stato fatto, in particolar modo per Numenor, la città portuale degli umani, spettacolare e credibile. Forse l’unica ambientazione che tiene testa alla saga cinematografica de Il Signore degli Anelli (non è un caso che Gondor sia stata eretta da coloro che sopravvissero alla caduta di Numenor stessa).

Il prologo dei primi episodi lascia inoltre molte porte aperte e domande irrisolte che, chiaramente, andranno a trovare risposte nel proseguo della saga, e questo ovviamente crea attesa per gli episodi a venire.

Sui personaggi principali invece vi è qualche riserva. La stessa Galadriel, che è il fulcro attorno al quale tutto ruota, non è probabilmente così epica e caratterizzata come dovrebbe essere.

Morfydd Clark, l’attrice gallese che la interpreta, è lontana anni luce dalla Galadryel interpretata da Cate Blanchette che tutti conosciamo. E’ molto testarda, combattiva, a tratti supponente e poco lucida nelle azioni, senza essere indimenticabile come colei che l’ha preceduta e, soprattutto, non vi è traccia dei poteri che l’hanno caratterizzata nelle pellicole precedenti.

Ma è forse un problema che pervade l’intera saga, non vi sono interpreti memorabili, ma solo buoni attori che cercano di dare spessore ad una serie dal ritmo decisamente sotto le aspettative.

Gli elfi Arondir e Elrond, il nano Durin IV, gli uomini Elendil, Isildur e Bronwyyn, i pelopiedi Nori e Sadoc, lo “straniero” solo per citare i personaggi principali, sono caratterizzati da dialoghi troppo “epici” e a volte sciatti, per risultare veramente interessanti. L’unico, a parere del sottoscritto, a salvarsi dal torpore generale è Helbrand, unico tra l’altro ad usare quel poco di ironia che si trova nella serie.

Assolutamente inadatto al ruolo ho trovato Celebrimbor (Charles Edwards), colui che fisicamente realizzerà gli anelli del potere.

Perfino gli orchi, nell’unica scena di combattimento (attacco agli uomini dell’Est) non sono all’altezza delle loro controparti cinematografiche, ma risultano poco curati e appassionanti se escludiamo Adar, il cui carisma non passa inosservato.

Il tutto è stato inevitabilmente accostato e criticato facendo anche inopportunamente leva sull’inclusione di genere, tema che ha schierato opposte fazioni sul web e che lascio ad altri il compito di giudicare.

Per concludere, una serie dalle infinite potenzialità che, come era prevedibile, parte con il freno a mano tirato per esplorare dapprima i personaggi e, forse, divampare nelle prossime serie per accontentare le richieste dei fan.

Al momento non è indimenticabile per alcuni grossolani difetti di trama e ritmo, che viene al momento rimandata sperando possa correggere in meglio il tutto.

 

LA CURIOSITA’

Per evitare che trapelassero i tanto temuti spoiler prima dell’annuncio della saga, gli attori furono scritturati senza sapere ancora quale personaggio avrebbero interpretato! 

 

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