Regista: Martin Zandvliet

Anno: 2020

 

 

 

Il nostro Giudizio: OTTIMO

Recensione: Maria Giovanna

 

Non so se vi è mai capito di dover rimettere in discussione qualsiasi credo, convinzione che vi ha da sempre accompagnato durante le diverse scelte di vita. Personalmente, qualche volta mi è successo ma mai in modo così drastico e radicale come nella miniserie TV che vi presento oggi. È tratta dall’omonimo romanzo di Stephen King: The Outsider.

Siamo nella provincia americana e il tutto inizia con quella che dovrebbe essere, ma solo all’apparenza, una semplice indagine sul raccapricciante omicidio di un ragazzino. Il corpo viene ritrovato nel parco di Cherokee City, in Georgia, ricoperto di saliva e straziato da morsi. Tutte le prove fisiche, del DNA e quelle fornite da numerosi testimoni oculari portano ad un unico indiziato Terry Maitland (Jason Bateman) un padre di famiglia e allenatore della squadra locale di baseball. Al detective Ralph Anderson (Ben Mendelsohn), che ha da poco perso il suo unico figlio, l’arduo compito di dover arrestare l’uomo che lui ritiene colpevole davanti alla sua famiglia e a centinaia di persone. Il caso si complicherà molto presto perché delle nuove prove dimostrano che Terry si trovava da un’altra parte il giorno dell’omicidio e le prove verranno ribaltate a favore dell’imputato. Ma la domanda che si pone il detective ed anche lo spettatore è: può trovarsi un uomo in due posti nello stesso momento? Ci si accorgerà presto che la logica e la razionalità non saranno le armi che potranno essere utili per risolvere il caso ma che c’è qualcosa o qualcuno di oscuro e diabolico che potrebbe essere il colpevole.

L’impressione che ci trasmette questa serie è quella di una produzione frutto della mente di King ma con un’evoluzione che ripropone degli elementi di altre serie crime di successo come True Detective grazie alle atmosfere cupe e particolarmente suggestive. The Outsider pone l’accento sul fattore dark rendendo in questo modo il passato dei diversi personaggi molto drammatico e doloroso.

È proprio il cast e i relativi personaggi che rendono questa serie imperdibile. Le scelte fatte sui personaggi principali, in particolare Mendelsohn, Bateman e Cynthia Erivo nel ruolo di Holly Gibney, sono azzeccatissime. Gli attori sono estremante credibili nel ruolo che interpretano e ci permettono di fare una riflessione profonda sulle strade che decidono di intraprendere. La grande scoperta è senza ombra di dubbio Cynthia Erivo che riesce a dare vita ad un personaggio con un grande fascino. Lei interpreta la detective privata Holly Gibney che possiede una grande intelligenza ma con dei grandi problemi nell’instaurare delle relazioni sociali. L’attrice avrebbe potuto presentarci un’interpretazione dove venivano messe in risalto solo le eccentricità del personaggio ma ha preferito dare vita sullo schermo ad una donna più realistica e di conseguenza più attraente.

Solitamente le storie dei romanzi di King non sono facilmente adattabili né sul piccolo è né sul grande schermo ma in questo caso gli autori hanno trovato la giusta formula creando il giusto equilibrio tra le atmosfere dark e i temi tipici delle serie crime.

Preparatevi per mettere in dubbio qualsiasi vostra convinzione, certezza e credo di qualsiasi tipologia, questa serie va vista predisponendosi con un’apertura mentale che va al di fuori ogni logica razionale.

 

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