Regista: Alessandro Genovesi

Produzione: Italia

Anno: 2020

Attori: Fabio De Luigi, Valentina Lodovini, Diego Abatantuono, Angelica Elli, Bianca Usai

 

 

Il nostro giudizio: Discreto

Recensione: Massimo Giachino

 

TRAMA

Nel 2019 uscì nelle sale “10 giorni senza mamma”e, ad un anno di distanza, ritroviamo nuovamente la famiglia Rovelli alle prese con i complicati equilibri familiari.

Questa  volta però troveremo Carlo e Giulia (curioso notare come ci sia un rimando a “L’ultimo bacio” nei nomi della coppia...) a parti invertite. Giulia è infatti colei che mantiene economicamente la famiglia essendo l’unica con una occupazione di discreto livello, Carlo invece si occupa della parte logistica della famiglia badando ai 3 figli essendo disoccupato da qualche anno, anche se in cuor suo cerca disperatamente di rientrare nel mondo del lavoro.

Questa situazione, seppur malcelata, crea all’interno della coppia una profonda spaccatura che necessita solo della classica goccia per far traboccare il vaso. Alquanto inaspettata e poco piacevole per Carlo, essa non tarda ad arrivare.

A Giulia viene infatti proposto un probabile avanzamento di carriera, a patto che si presenti ad un colloquio a Stoccolma proprio a ridosso delle festività Natalizie in arrivo, il che vorrebbe dire separarsi dalla famiglia per Natale.

Dopo un violento litigio Carlo esce di casa, ripresentandosi solo la mattina seguente a bordo del suo vecchio camper che Giulia credeva ormai venduto da tempo.

Carlo propone di accompagnare la moglie al nefasto colloquio cogliendo l’occasione per fare un tour con tutta la famiglia, riponendo in questo viaggio speranze per riavvicinarsi e fortificare il legame con gli altri componenti.

L’entusiasmo non è proprio alle stelle per questa proposta, soprattutto da parte di Camilla, la figlia più grande in età adolescenziale e, di conseguenza, restia a stare lontano dai suoi amici e a stretto contatto coi genitori.

Pur con tutte le riserve del caso il viaggio inizia...investendo un vecchio signore. Spavento, angoscia e senso di colpa le prime reazioni dopo aver soccorso quello che sostiene essere, l’abbigliamento lo conferma, Babbo Natale in persona.

Per scusarsi dell’accaduto, i coniugi Rovelli decidono di offrire un passaggio fino a Stoccolma all’anziano signore, convinti che si tratti di una persona con qualche scompenso ma non certo Babbo Natale.

La sua presenza però, vista dapprima con diffidenza, acquisterà poco per volta importanza per ridare forza al senso di famiglia ed unità che sembrava perduta.

Pur contribuendo a situazioni poco edificanti in alcuni casi, il viaggio diventerà via via più piacevole e, quasi senza rendersene conto, arriveranno ad accompagnare il curioso personaggio alla sua dimora, prendendo finalmente coscienza di quello che probabilmente non hanno voluto accettare fin dall’inizio, e cioè che quell’uomo è veramente Babbo Natale!

Quest’ultimo solo un regalo farà alla colorita famiglia prima di salutarli: leggerà la lettera inviatagli dal piccolo Tito che non chiede giocattoli o balocchi, ma semplicemente che i suoi genitori non si separino e continuino a volersi bene.

Sulla strada del ritorno Giulia decide di non presentarsi al colloquio ma rimanere a casa e non perdersi più le gioie della famiglia in funzione della carriera, dando un nuovo, magico inizio a casa Rivella.

 

RECENSIONE/CONSIDERAZIONI FINALI

 

Fabio De Luigi ha forse un gran pregio, che probabilmente è anche il suo più grande difetto...Riesce a calarsi perfettamente nella parte di uomo bonario con la testa perennemente nel suo mondo. Non fa eccezione questo film, dove comunque il personaggio calza a pennello. L’alchimia con la Lodovini è lodevole, riesce a creare un clima che ben dispone alla visione della pellicola.

Anche il personaggio di Abatantuono, pur essendo un Babbo Natale un po’ atipico e fuori dai normali schemi a cui siamo abituati, funziona. Sembra quasi ridicolo e poco adatto inizialmente, per poi recuperare strada facendo, cominciando a farci pensare che ciò che fa non sia casuale, ma che abbia un fine già prestabilito. Come sarà in effetti.

Chiariamo. Probabilmente non diventerà mai un classico Natalizio, ma il film riesce comunque ad essere coerente con quello che vuole essere: una commedia piacevole per tutta la famiglia. E, cosa non trascurabile, riesce ad esserlo in modo “pulito” e mai volgare, il che non può che essere un punto di merito, al contrario di quanto avviene nei cosiddetti “Cinepanettoni”.

Non un capolavoro ma una onesta pellicola che vale la visione.

 

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