Regista: Fernando León de Aranoa

Produzione: Stati Uniti

Anno: 2017

Attori: Javier Bardem, Penelope Cruz

 

 

Il nostro giudizio: Discreto

Recensione: Maria Giovanna

 

 

 

 

Quando un personaggio diventa pubblico, nel bene e nel male, di lui o lei si impara a conoscere la sua vita in ogni suo particolare. Tuttavia, conoscerne la vita stessa dal punto di vista di un altro soggetto, che magari è stato accanto a questo personaggio per lungo tempo, ci apre un mondo alcune volte sconosciuto e con nuovi punti di vista. Oggi analizziamo un film dal punto di vista di una donna, Virginia Vallejo, celebre anchorwoman colombiana ha chiesto asilo politico agli Stati Uniti dopo essere

stata l’amante di Pablo Escobar. Il film in questione è Escobar - Il fascino del male, che racconta ciò che la donna ha deciso di narrare alla DEA al riguardo della sua relazione con il 'patrón' di Bogotá. Lei è una donna ambiziosa e determinata che si innamora di Pablo decidendo di sostenerlo nella sua ascesa politica ma ignorando, volutamente, la sua carriera criminale che lo porterà ad essere il più grande e ricco narcotrafficante. Purtroppo Virginia verrà travolta dai ricchi desideri di ingordigia del criminale che la porteranno dentro una voragine di cui lei non riesce a vederne una fine se non chiedendo aiuto all’agente Neymar della DEA.

Il film assume totalmente il punto di vista di Virginia Vallejo, il regista Fernando León de Aranoa si concentra sulla relazione tumultuosa dei due amanti cercando, a mio avviso inutilmente, di afferrare quel profilo fuori dalla norma del più grande barone della droga del XX secolo. Barone, convinto di essere un dannato eroe popolare che però rivelerà la sua natura di bestia sanguinaria in modo progressivo e quasi accidentale. Infatti, nonostante Pablo abbia messo a ferro e fuoco e sangue la Colombia negli anni Ottanta e abbia diffuso a livello mondiale la sua polvere bianca, il suo personaggio continua rimanere all’interno di un’aurea di fascinazione anche perché non si riesce a sapere tutta la verità su di lui anche dopo ventiquattro anni dalla sua morte. Ci si rende conto, infatti, che si continua ad alimentare la sua leggenda; ne è un esempio il suo cosiddetto tesoro di cui si sono perse le tracce.

A differenze di molti altri lavori incentrati su Escobar, il film non fa altro che elencare una serie di episodi relativi ad un periodo di tempo abbastanza ristretto e che riguarda la fondazione del cartello di Medellín e la morte di Escobar sui tetti della sua città. Il regista de Aranoa, come altri prima di lui, decide di far recitare gli attori in inglese – gli spagnoli  Javier Bardem e Penélope Cruz - solo per poter inseguire il cosiddetto sogno hollywoodiano ma togliendo in questo modo la reale espressione filmica ed emotiva ai personaggi.

Privandolo della sua lingua, l’Escobar interpretato da Barden perde la sua reale identità e l’attore dovrà incentrare il suo personaggio sulle movenze del suo corpo corpulento e sul mettere in evidenza le nevrosi e le fisime mentali a tratti grottesche.

Entrambi gli attori hanno comunque fatto un grosso lavoro di documentazione per poter interpretare al meglio i loro rispettivi personaggi ma il regista non è riuscito ad andare più a fondo nella storia da cui è stata estrapolata la sceneggiatura del film, "Loving Pablo, Hating Escobar" di Virginia Vallejo. Infatti, è rimasto fermo sulla superficie di ciò che è accaduto tra i due e non ha voluto né essere impertinente né prendersi la cosiddetta licenza filmica che lo avrebbe aiutato un po’, visto e considerato che ci sono tanti film, serie televisive che cercano di raccontare lo stesso personaggio.

 

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