Recensione: Enrico C.

 

Tra le band sicuramente più sottovalutate ed interessanti del panorama della musica americana degli ultimi vent’anni ci sono sicuramente The Connells. Gruppo formatosi nel 1984 a Raleigh nella South Carolina prende il nome dei due soci fondatori i fratelli Mike (chitarra) e David Connell (basso) che insieme al cantante Doug McMillan e al batterista John Schultz (poi diventato regista e

produttore cinematografico) costituiranno il nucleo stabile di una band che si apre continuamente negli anni a nuovi e vecchi membri secondo una “politica della porta girevole” adottata anche da artisti molto più famosi, The Cure in primis.

L’elemento portante della musicalità dei Connells è il loro ispirarsi a sonorità anni ’60 e ‘70, in netta controtendenza con il mainstream di artisti loro contemporanei: the Byrds e Jethro Tull.

Forte è anche l’influenza della musica alternativa che cominciava ad emergere nei colleges del Sud degli Stati Uniti negli anni 80, con un netto imprinting della musicalità dei REM, band a cui spesso i Connells sono stati accostati per gli arrangiamenti e gli arpeggi delle chitarre. E non è un caso che il gruppo della Nord Carolina abbia scelto per il primo album in studio, Boylan Heights del 1986, proprio Mitch Easter, il produttore dei primi due LP dei REM Murmur e Reckoning.

Dopo un paio di album che lasciano tracce solo nel circuito della musica indipendente americana, Fun and Games (1989) e One Simple Word (1990), la svolta arriva solo nel 1993 con Ring.

E’ un album maturo che mischia sonorità celtiche, psicadelia e brani più pop, il primo singolo (Slackjawed) passa sorprendentemente inosservato, ma il secondo ’74-75 svolta soprattutto sul mercato europeo dove vince vari riconoscimenti di critica e diventa celebre anche grazie al passaparola.

L’album successivo Weird Food and Devastation del 1996 vira verso sonorità più elettriche e rock, confermando un ottimo eclettismo della band. Ma il momento d’oro è passato, i Connells assistono ad un lento e progressivo sgretolamento delle vendite, ma non accennano minimamente a cambiare rotta in termini di approccio e filosofia artistica

Anche se l’ultimo album è 2001, la band non si è mai sciolta ed è tutt’ora attiva con il trio McMillan- David e Mike Connells, pronto ad esibirsi, nonostante gli impegni familiari, in appena 2-3 date l’anno, rigorosamente presso festival negli Sud-Est degli Stati Uniti. Il sapore del ritorno alle origini e alla terra natale.

Ascolti consigliati: “Scotty’s Lament” da Boylan Heighs “Slackjawed”, “74-75”, “Hey you new Boy” da “Ring”, “Maybe”, “Start” “Back to blue” da Weird food and Devastation, “Pedro Says” da “Still life”

 

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