NINNA NANNA

 

 

Autore: Chuck Palahniuk

Anno: 2002

Editore: Mondadori

 

Il nostro giudizio: DISCRETO

Recensione: Alessandro Bavuso

 

 

Il protagonista della nostra storia ci viene introdotto col nome (o per meglio dire il cognome) di Streator: giornalista ormai navigato, alle prese con un'indagine piuttosto inquietante finalizzata a produrre un reportage sulle cosidette morti in culla. Per quanto raccontatoci già dai primi capitoli dalla voce del suo capo redattore, l'argomento in questione sembra essere stato ormai consumato dai giornali locali che sembrano aver già raccontato tutto il raccontabile in merito.

Per quanto l'idea sia quella di puntare all'originalità del racconto (struttuarato appunto come un reportage) non sembra affatto essere la notizia del secolo. Tuttavia le cose cambiano quando il nostro protagonista (soprattutto grazie alla sua maniacale attenzione ai dettagli) scopre che nei pressi delle culle dei bambini deceduti c'è lo stesso libro. Si tratta di una raccolta di storie per bambini provenienti un po' da tutto il mondo, di cui l'ultima pagina letta sembra essere sempre la stessa. Il nostro protagonista intuisce immediatamente che i pochi versi della triste filastrocca, hanno un misterioso potere, capace di donare una dolce morte. Da questo punto in poi, le indagini di Streator si spostano sul campo dell'occulto, dando l'impressione che una storia macabra, letta e riletta, possa diventare un vero e proprio scoop. Streator leggerà la ninna nanna, al fine di testarne il potere e confermare quanto fin qui intuito, ma questo porterà lo stesso ad acquisirne il potere. Il giornalista si troverà quindi combattuto tra il mal celato desiderio di sfruttare quanto acquisito e all'opposto il rifiutare lo stesso. Questo misterioso sviluppo paranormale porterà le indagini del nostro protagonista a confrontarsi con una serie di vicende e personaggi (di questi non tantissimi) tanto travagliati quanto grotteschi. Alla ricerca sempre più serrata di tutte le copie del libro (per distruggerle) e del libro origniale stesso...

 

RECENSIONE:

 

Il romanzo non è esattamente l'esempio tipico del modo di raccontare di Palahniuk, di solito più avvezzo a un tipo di narrativa che sviluppa la trama in modo più incalzante e veloce, seppur senza trascurare dialoghi e dettagli. Ninna nanna ha invece un ritmo molto più lento di molte delle sue opere più famose, con una trama che un po' si perde nei preamboli, per una buona parte del libro. Per quanto tutti i personaggi principali vengano introdotti quasi subito, all'inizio appaiono quasi di contorno, non impattando significativamente sulla storia. Streator, protagonista, racconta le vicende in prima persona alternando dialoghi diretti a trasposizioni indirette delle risposte proprie o altrui. In questo Palahniuk è sempre molto bravo e rende il confronto tra i personaggi sempre arioso e piacevole alla lettura, com'è nel suo stile. Pur essendo una storia dai temi forti, per circa il primo terzo del libro stenta un po' a decollare e, il susseguirsi degli eventi non coinvolge a pieno il lettore. Resta distante dall'intento tipico del romanzo horror e anche gli aspetti satirici del racconto non si esprimono al meglio.  Poi all'improvviso il cambio di passo, il romanzo inizia a mostrare una rinnovata forza narrativa, avvicinandosi sempre più a quello che di solito sono le opere di Palahniuk. La trama diventa più avvincente e coinvolgente fino anche a sorprendere a tratti il lettore. Chiudendo a mio avviso (da appassionato di questo autore) in modo "dignitoso".

 

CONSIDERAZIONI FINALI:

 

Palahniuk, tramite le sue opere tratta sempre temi molto duri, profondi e sofferti, disvelando i problemi sottesi alla moderna società (in particolare quella Americana) all'apparenza perfetta. Nei suoi romanzi mostra un lato oscuro, triste, duro, malato, ma soprattutto spesso nascosto agli occhi dei più, sempre focalizzati solo sugli aspetti più affascinanti della società in cui bene o male tutti viviamo.

 

Questo romanzo prova a mettere in luce delle apprensioni del vivere quotidiano, tramite un protagonista che racconta la sua storia travagliata e in conflitto con la società. Egli è ad esempio (e questo sarà molto ricorrente nel libro) infastidito, o per meglio dire, quasi ossessionato dai rumori e dai suoni della vita cittadina. Ci mostra il cambiamento di Streator, lo sviluppo della personalità e lo fa col suo consueto stile duro e diretto.

 

Tuttavia, per quanto a tratti il racconto riesca ad essere un vero e proprio pugno allo stomaco, intento a far riflettere, tramite la crudezza di quanto narrato...altrevolte appare "debole" e a tratti potrebbe perfino annoiare, soprattutto all'inizio. Come tutte le opere di Palahniuk non è per tutti, non esattamente l'ideale per chi voglia avvicinarsi a questo autore (seppur possa sembrare un modo "soft" per farlo). Decisamente un po' deludente per tutti coloro che lo amano, e hanno letto già alcuni o tutti i suoi libri.

 

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