MUSEO BRANCA MILANO

 

MUSEO BRANCA - IL SUPERALCOLICO VINCE SEMPRE!

Recensione: Marypollon

 

Questa mia recensione nasce da triplice convergenza:

come spin-off delle mie innumerevoli stupende visite, saltellando su e giù per il mio projectwork EMBA per il MIP sul tema EXPORT nel WINE; come collaborazione con OndeCritiche, ma, soprattutto, come iniziativa estemporanea del gruppo Milan Galleries and Museums Group dell’ Associazione Internations, organizzato ottimamente da Giovanna Vaglio Bianco.

 

 

Museo Branca: innanzitutto parliamo di una realtà aderente a Museimpresa – Associazione Italiana Archivi e Musei d’Impresa – nata a Milano nel 2001 per iniziativa di Assolombarda e Confindustria con l’obiettivo di individuare, promuovere e mettere in rete le imprese che hanno scelto di privilegiare il proprio patrimonio culturale all’interno delle proprie strategie di comunicazione.

 

L’Associazione è stata fortemente voluta dall’allora vicepresidente di Assolombarda Carlo Camerana, che dal 1999 al 2001 ha ospitato nella sede milanese il gruppo dei fondatori che ne ha elaborato le premesse metodologiche.

Il Museo, privo di qualsiasi traccia di multimedialità, è diretto da uno strabiliante Marco Ponzano (curatore della collezione ed ex pubblicitario per la Branca) nasce per iniziativa della famiglia Branca che ha voluto raccogliere e conservare oggetti e documentazione da collezione, oltre che dotare l'azienda di un luogo per attività culturali.

La Collezione occupa oltre 1.000 mq del complesso industriale di Milano ed è il frutto di più di 10 anni di lavoro, in cui sono stati coinvolti tutti i soggetti attivi dell'Azienda, dalla selezione dei materiali, al restauro degli oggetti (eseguito all'interno dagli stessi operai), fino all'allestimento finale.

Ha inoltre una particolarità quasi unica tra gli oramai tanti musei d’impresa italiani, ovvero non occupa uno stabilimento in disuso, ma è parte di un sito produttivo che da oltre cent’anni sforna bottiglie su bottiglie, e che è tuttora in attività. Lo stabilimento che ha tutta l’aria di una fabbrica primo Novecento, con tanto di ciminiera di mattoni, si trova in via Resegone, al margine sud del quartiere Bovisa,

Tutto è caratterizzato da scelte low profile, non si vede quasi nulla dall’esterno, ma c’è un enorme produzione di brandy all’interno, tutta controllatissima ed a regola (per ovvio timore di incendi).

 

Da allora la produzione non si è mai mossa da qui. Invero negli anni sono stati aperti altri stabilimenti in giro per il mondo, ma di recente si è deciso di concentrare tutta la produzione qui.

Oppure in Argentina: il Paese al mondo che consuma più Fernet Branca, soprattutto nella versione Branca Cola, ovvero allungato con Coca Cola, come fosse un Cuba libre.

In Argentina si vendono infatti 20 milioni di litri all'anno di Fernet Branca: un terzo di tutti i superalcolici consumati in Argentina.

 

La tematica export in Argentina è fondamentale: basti come esempio questo: in Italia una linea di Fernet produce 40mila bottiglie al giorno, in Argentina 40mila bottiglie all’ora.

 

Oggi la capacità produttiva dello stabilimento di Tortuguitas è infatti come detto di 40 mila bottiglie l’ora, con quattro linee di produzione e 32 milioni di litri di Fernet prodotti complessivamente.

 

Come sempre da notare i vari regionalismi, non è possibile esportare dall’Argentina verso gli USA, perche’ i nordamericani vogliono solo prodotto europeo.

 

Novare serbando, è il motto aziendale della holding guidata dal Conte Niccolò Branca, presente in 160 Paesi e con un fatturato superiore ai 300 milioni di euro, in costante crescita nonostante la crisi.

 

Alcune date da ricordare:

1845 - Bernardino Branca crea l'amaro diventato famoso in tutto il mondo, il Fernet-Branca, e fonda la società Fratelli Branca.

Il nome Fernet-Branca nasce dall’unione di due cognomi - lo speziale Bernardino Branca crea insieme ad un medico svedese di nome Fernet un elisir curativo anticolerico e antimalarico.

Occore ricordare che anche altri liquori: gin, rum, cinar - nascono come disinfettanti. In principio la gradazione alcolica arrivava a 45° per poi scendere ai 39° attuali.

 

1891 - Alla morte di Stefano l’azienda è diretta dalla moglie Maria Scala che la governa con

successo fino alla maggiore età del giovane Bernardino. L'azienda amplia la gamma dei prodotti e li commercializza all'estero.

 

1933 - Milano. Inaugurazione della Torre del Parco Sempione progettata da Gio Ponti, ai tempi la Torre più alta d’Europa, di 60 metri

Ad oggi la proprietà è ancora della famiglia Branca, siamo alla quinta generazione, senza segni di cedimento.

Ricordare la gestione di Maria Scala è fondamentale: si possono ammirare le campagne pubblicitarie che hanno reso famosa la Branca negli anni, da lei incentivate, dal logo con l’aquila che sovrasta il mondo, realizzato nel 1893 dall’artista triestino Leopoldo Metlicovitz, alle campagne degli anni Venti, disegnate in Francia dagli artisti di grido della Belle Epoque.

Particolarmente osè, con cenni di glutei e scollature, sono infatti le immagini realizzate nel periodo di gestione della Signora (che la sapeva lunga, come dice il Pantano!)

 

Del resto quando è nato, 160 anni fa, il Fernet Branca era né più né meno che una medicina naturale, consigliata per combattere il colera ma anche disturbi di stomaco assortiti. La produceva il signor Bernardino Branca in un stabilimento in corso Porta Nuova, a Milano. Da allora ne hanno fatta di strada i Branca: il loro amaro è venduto in 160 Paesi. Ed è riuscito a passare tra le strette maglie dell'epoca del proibizionismo americano, definendosi come un medicinale.

 

Alcune particolarità di cui si viene a conoscenza durante la visita:

  1. Nella preparazione del Fernet ci sono ben 27 erbe (tutte legali ): 22 – tra cui Mirra, aloe ferox, zafferano, genziana e china, zedonia e valanga, brionia e arancia amara e poi mirra, rabarbaro cinese, anice stellato ... –
  2. L’idea del Brancamenta fu “suggerita” da Maria Callas la quale, prima di esibirsi, soleva bere ghiacco, Fernet e foglioline di menta. Con lei funzionava molto bene.
  3. Nella cantina ci sono circa 800 botti e 3 operai che girano in bicicletta dato che le distanze non sono proprio cortissime
  4. La botte madre, chiamata “La Moretta” classe 1892, ad oggi è la botte più grossa d’Europa per la lavorazione del brandy. Ha una capacità di da 84mila litri.
  5. Divertissement di Pantano:
    1. Cocktail consigliato: 2 dita di branca, 4 cubetti di ghiaccio, una lattina di cola
    2. Versione Argentina di quanto sopra: un cocktail esplosivo che si chiama '90210': la cifra è il codice postale della serie televisiva anni ’90 Beverly Hills, e indica le “dosi”»: 90% di Fernet Branca, due cubetti di ghiaccio e 10% di Coca cola.
    3. Suggerita altresi tisana di zenzero e finocchio
    4. Imprenditoria zen: (Niccolò Branca è detto il conte filosofo): un’ora di yoga ogni 15 giorni per tutti i dipendenti
    5. Ora la campagna pubblicitaria punta sulla meditazione (con i tre sorsi...) non piu sulla digestione (Mangiamo tutti sushi, cosa vuole digerire?)
    6. Pantano collabora anche alla gestione del Just Cavalli (locale vicino alla Torre Branca), dove puo’ verificare personalmente la disperazione del gentil sesso, per mancanza di corteggiatori intraprendenti (io ho sempre detto che col maschio in crisi di virilità vince sempre e solo Aldo Coppola che insacca a piene mani, a quanto pare vincono anche i produttori di vodka).

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